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Le riforme di Lattuca

Serve concretezza. Eviti di parlare del sesso degli angeli come spesso succede a livello nazionale

Nei prossimi giorni conosceremo il primo bilancio della giunta Lattuca. Quindi, si potrà  capire quale sarà la cornice di questa legislatura. La manovra economica (in particolare la prima) è quella che traccia le linee politiche.

Enzo Lattuca

La prima speranza è che sia una manovra concreta e che non si avviti attorno al sesso degli angeli come spesso capita a livello nazionale. Come, ad esempio, il carcere ai grandi evasori. Premesso che la lotta all’evasione fiscale è sacrosanta e che deve essere una priorità, parlare di carcere ai grandi evasori rischia di essere un tema di distrazione di massa, una bandierina. Perché, come scrive “Italia oggi” in prima pagina: i grandi evasori non ci sono. Trasferire le sedi sociali all’estero non è reato. Caso mai ci sono gli elusori. Per i criminali con redditi evasi, poi, la prigione c’è già. Il quotidiano economico invece suggerisce al governo di porre il problema contro i paradisi fiscali nell’Unione europea, un dumping fiscale.

Per Cesena l’attesa è per una manovra di sinistra. Dovrebbe esserlo nell’aspetto economico con l’azzeramento delle rette delle materne. Ma è necessario andare oltre. Serve un progetto di legislatura per puntare con decisione sull’istruzione. Certo, immagino già le obiezioni: se non lo fa lo Stato è difficile che un Comune possa riuscirci da solo. Concordo.

Però, a tutti livelli amministrativi, bisogna tornare a investire nell’istruzione. Oltretutto perché è legata a doppio filo alla qualità della vita lavorativa e alla capacità di gestire con successo le tante dimensioni della vita contemporanea. Condizioni non solo per avere un reddito maggiore, ma anche per gestire meglio la salute (dall’alimentazione all’attività fisica), per le buone reti relazionali, per coltivare interessi e curiosità e non temere la tecnologia. “Per essere cittadini a pieno titolo di un mondo sempre più sofisticato e veloce è necessario disporre di un buon capitale culturale” scrive oggi Mauro Magatti sul Corriere della Sera.


Enzo Lattuca

Poi bisogna lavorare sul senso di comunità. I primi nemici da combattere sono: disillusione,  diffidenza, isolamento, che rendono impossibile ogni ripartenza. Serve un clima più positivo, dove sia possibile ricostruire quel bene intangibile ma così prezioso che è la fiducia. Tre i pilastri: la qualità dei soggetti attivi sul territorio, la legalità, la capacità di investire (famiglia,  infrastrutture, beni pubblici) come chiave di accesso al domani. “Solo una comunità che investe può guardare al futuro con fiducia” sottolinea Magatti.  

C’è poi una riforma che è a costo zero, ma non più rinviabile. È quella della burocrazia. Anche in questo caso un Comune da solo non può fare moltissimo. È fondamentale un intervento dello Stato. Ma questo non significa che un sindaco debba stare fermo. 

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