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Fiere, Landi si toglie i sassolini

Dopo la scelta di Forlì il segretario del Pd va all' attacco del centrodestra

Il dado è tratto: Fieravicola di Forlì, per salvare i propri conti, a breve verrà accorpata al Macfrut, all’interno del quartiere fieristico di Rimini, formando così una grande esposizione trasversale del settore agroalimentare.

Forlì venderà a Leg (la società quotata proprietaria delle fiere di Rimini e Vicenza) il “marchio” Fieravicola. Per gestirla verrà costituita una società ad hoc con Leg al 51%, Fiera Forlì al 35, Fiera Cesena al 10 e Assoavi e Unaitalia entrambe al 2%. Fiera avicola, in tandem con Macfrut, finirà così con ogni probabilità per avere una cadenza annuale e non più biennale. 

È un’operazione che guarda lontano, utile a rafforzare il sistema romagnolo delle fiere, che porterà vantaggi alle aziende avicole, così come il Macfrut – molto cresciuto in questi anni, sino a diventare la Fiera di riferimento nazionale del settore agroalimentare e uno dei player principali in Europa – ha già dimostrato può accadere per un settore fondamentale come quello agricolo cesenate.

Però Fabrizio Landi, segretario del Pd cesenate, menore di quello che era successo quando fu annunciato il trasferimento di Macfrut, si toglie un sassolino dalle scarpe: “Poiché l’operazione è caratterizzata da lungimiranza, ci auguriamo però che il centrodestra cesenate, guardando al buonsenso ed al pragmatismo dei “cugini” forlivesi, appena giunti al governo del Comune, riconosca il proprio errore del 2014 quando, tra sceneggiate e magliette irrisorie indossate in Consiglio comunale, dichiarazioni roboanti, tentativi (falliti) di sollevazione del sistema economico cesenate, tentò di bloccare la scelta di Cesena, che oggi lo stesso centrodestra copia e sostiene.

Fabrizio Landi

Dal 2014 ad oggi, Macfrut si è enormemente rafforzato – grazie ad una scelta lungimirante ed alla grande capacità manageriale del presidente Renzo Piraccini -, ha raggiunto obiettivi di livello internazionale, ma non solo. Con le risorse guadagnate a Rimini, ha potuto investire milioni di euro nel nostro quartiere fieristico, che oggi è un vero gioiello ed un punto di riferimento almeno per la Romagna. 

Se nel 2014 il Comune di Cesena si fosse adeguato alle paure del centrodestra cittadino (Lega e Forza Italia) ma anche a quelle del M5S, oggi potremmo raccontare una storia ben diversa, forse simile a quella forlivese, che dà l’idea di un autogol salvato sulla linea di porta.

Avranno il coraggio, coloro che nel 2014 furono protagonisti di sceneggiate ed urla, di ammettere il proprio errore e di applaudire invece la lungimiranza di allora del Comune di Cesena e quella odierna di quello di Forlì? 

Ce lo auguriamo, perché anche nella politica odierna, la coerenza resta una dote”.

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