Un’aula congressi del Ex Macello di Cesena gremitissima ha accolto la presentazione ufficiale del Distretto dell’Informatica Romagnolo, progetto promosso da Ser.In.Ar. per mettere in rete le aziende ICT del territorio, il sistema universitario e la comunità locale.
L’evento, introdotto da Massimo Cicognani, presidente del Campus di Cesena, Alberto Zambianchi, presidente Ser.In.Ar. e Francesca Lucchi, assessore del Comune di Cesena con delega all’Università, ha messo in rilievo quanto sia strategica la sinergia fra più attori per lo sviluppo del settore informatico locale: da una parte, con progetti come questo, l’Università assolve alla sua cosiddetta terza missione, che la vuole proiettata sui territori in cui svolge le proprie attività, dall’altra le imprese possono accedere più agevolmente a quanto, in termini di formazione e ricerca, l’Università mette in campo, specie in un territorio come quello cesenate, che dal 1989 è sede di corsi di laurea in questo settore. In più un’alleanza fra aziende e sistema universitario può produrre benefici ad altre entità territoriali, fra cui le stesse scuole superiori e le associazioni di categorie.
“Il Distretto – hanno spiegato Alessandro Ricci e Paolo Teodorani (nella foto), coordinatori di questo nuovo organismo, il primo per l’Università e il secondo per le imprese – parte come progetto aperto, in cui le aziende che aderiranno non troveranno una strada già tracciata, ma un percorso da costruire insieme, che si baserà sui concetti della formazione, sulla valorizzazione del territorio romagnolo, inteso come luogo dell’innovazione e sulla ricerca del benessere per ogni organismo coinvolto. E’ limitato il concetto secondo cui l’innovazione informatica è legata a grandi agglomerati urbani: oggi l’innovazione è diffusa e la Romagna rappresenta certamente un’eccellenza. In quest’ottica il Distretto lavorerà per valorizzare le competenze dei neolaureati sul territorio, in sinergie con le imprese locali, che sono costantemente alla ricerca di risorse umane professionalmente preparate, un’esigenza che non interessa unicamente il settore ICT, ma anche i comparti tradizionali, sempre più coinvolti in processi di informatizzazione dei propri processi produttivi”.
Altro aspetto strategico che il Distretto intende perseguire riguarda la sinergia fra lo sviluppo del processo tecnologico e quello etico sociale, al fine di promuovere non più il concetto di smart city, bensì quello di smart land, inteso come crescita integrata dell’innovazione a vantaggio dell’intera comunità. Il Distretto, inizialmente promosso da 6 imprese del territorio, con il supporto organizzativo di Ser.In.Ar e il sostegno dell’Università, si è dato i propri organi: innanzitutto l’assemblea degli aderenti, poi un comitato esecutivo, i due già citati coordinatori e un comitato di garanzia (che sarà composto da associazioni di categoria con il compito di essere parte integrante del progetto e garanti delle attività del Distretto stesso): sono inoltre stati elaborati uno statuto e un codice etico, che contengono i punti cardine dell’attività. La sede del Distretto sarà presso l’ex Macello di Cesena e la segreteria organizzativa verrà assicurata da Ser.In.Ar.
Nel corso dell’evento sono intervenuti anche Alessandro Fagioli (responsabile di Alexide, una delle imprese promotrici), Franco Callegati (direttore dei CIRI ICT dell’Università di Bologna) e Andrea Vaccari (docente dell’ITIS Pascal e presidente del FabLab Romagna).
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