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Chi sta meglio tra Cesena e Forlì

Il cittadone non sta surclassando la città Malatestiana

Forlì sta surclassando Cesena. È il pensiero espresso da Romano Colozzi, esponente di Cl. Secondo lui lo proverebbero la desertificazione del centro storico e la vicenda della Cassa di Risparmio “la cui fine ingloriosa deve forse trovare ancora una spiegazione”.

Sulla banca ha ragione, sul centro no. È vero, anche nelle vie centrali di Cesena si iniziano a vedere troppe vetrine sfitte e annunci di chiusura. Ma la situazione è migliore (molto) rispetto a Forlì e di tantissime altre località, quello della sosta è un falso problema. Inoltre le difficoltà non riguardano lo shopping (provare per credere), ma la movida. Sulla banca, invece, Colozzi ha ragione. Il crac della Cassa di Risparmio non solo ha creato problemi ai risparmi, ma ha prosciugato le finanze della fondazione che ora può distribuire sul territorio poco più di mezzo milione all’anno contro i circa dieci di Forlì. Una differenza abissale. 

Da interpretare invece l’sos sulla sanità. Secondo Colozzi la scelta di Forlì come sede del corso di Medicina porterà alla trasformazione del Morgagni in policlinico universitario e la Regione ha stanziato per il nuovo ospedale cesenate una cifra insufficiente (156 milioni).  E teme che il disegno sia quello di ridimensionare l’ospedale cesenate. Obiettivo che però non appare per nulla facile. Anche perché per ridimensionare il futuro Bufalini bisognerebbe smantellare i due pilastri: trauma center e laboratorio analisi (si sposterà da Pievesestina a Villa Chiaviche). La sanità cesenate dovrà svilupparsi attorno alle due eccellenze assegnate a Cesena quando si creò Area Vasta, pianificazione gestita dall’assessore Bissoni molti anni prima che nascesse l’Ausl unica.

Questo non vuol dire che va tutto bene Madama la marchesa. Anzi, è il momento di tenere la guardia alta. Non tanto per difendere le eccellenze, quelle hanno le spalle larghe, ma per garantire quei servizi necessari per rispondere alle domande quotidiane degli utenti. Spesso è quello che fa la differenza. Però attenzione: per questo non ci sarà solo il nuovo ospedale. Un ruolo fondamentale ce l’avrà l’attuale piastra, struttura moderna che sarà trasformata in Casa della Salute e potrà diventare un luogo fondamentale in una sanità nella quale le degenze tenderanno sempre più a diminuire.

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