Per fornire un'assistenza migliore occorrono fondi e operatori sanitari. L'appello della presidente Daniela Valpiani
L’Associazione Salute e Solidarietà opera a Forlì da oltre due anni e persegue il diritto di accesso alle cure a poveri, emarginati, persone in difficoltà socio-economica e rappresenta l’unica forma di volontariato cittadino che cura le persone che non riescono a fruire dell’assistenza sanitaria pubblica. Fanno parte del sodalizio, presieduto da Daniela Valpiani, medici, infermieri, operatori della sanità, amministrativi, tuttora al lavoro o pensionati, che hanno deciso di mettere a disposizione la loro professionalità e dedicare parte del loro tempo libero per curare, assistere e informare i più bisognosi. Aiutano persone italiane e straniere che non riescono ad accedere ai servizi dell’Azienda Sanitaria, perché le norme non lo consentono o perché vivono un temporaneo stato di grave disagio. Possono essere persone che non hanno o che hanno perso l’assistenza
sanitaria, non possono avere il medico di famiglia e non sarebbero curati e assisiti come tutti gli altri cittadini, se non in situazioni di urgenza. Sono italiani e stranieri, sono “profughi”, letteralmente “cercano scampo”, hanno spesso lasciato le loro case perché costretti da motivi sociali ed economici o per sfuggire ad una condizione riguardante il paese, la terra, la comunità, la famiglia d’origine. Nel 2018 infatti delle 206 visite eseguite, il 96% hanno riguardato persone prive di assistenza sanitaria e l’82% persone senza fissa dimora. L’area geografica di provenienza dei pazienti è equamente distribuita fra i continenti: Italia, Europa, Africa e Asia.
“L’obiettivo di Salute e Solidarietà, precisa la presidente Daniela Valpiani, non è quello di sovrapporsi ai servizi sanitari pubblici, ma quello di riempire i “vuoti” di cura e assistenza sanitaria che i servizi pubblici non possono o non riescono ad assicurare. I nostri volontari offrono agli utenti prestazioni sanitarie che li aiutino ad avere una salute migliore e ad integrarsi nella comunità in cui vivono; cercano di intercettare e curare i loro problemi di salute prima che diventino urgenze e si scarichino sui servizi di emergenza, come il Pronto Soccorso”.
L’attività sanitaria di Salute e Solidarietà si svolge principalmente nell’ambulatorio aperto a Forlì, presso la Caritas, in via dei Mille 28, tutti i mercoledì pomeriggio dalle 16 alle 17,30. I medici e gli infermieri che ruotano in ambulatorio visitano i pazienti, consegnano e prescrivono farmaci, eseguono direttamente terapie e medicazioni, prescrivono visite specialistiche che vengono eseguite sempre da volontari dell’associazione. L’obiettivo è di ampliare l’attività dell’ambulatorio, aprendo anche un altro giorno alla settimana. Per raggiungere questo obiettivo è però necessario avere l’adesione di nuovi operatori sanitari.
“Nell’ambito del piano contro il freddo, coordinato dal Comune di Forlì, racconta Daniela Valpiani, abbiamo attivato da due anni a questa parte, in Via Ravegnana presso i locali di santa Maria del Fiore, dal lunedì al venerdì alle 20.30, un servizio ambulatoriale per visitare, prescrivere e fornire direttamente i farmaci alle persone ospitate nel dormitorio del Centro di accoglienza della Fondazione Buon Pastore, o in altri dormitori presenti in città, come la capanna di Betlemme, gestita dalla Papa Giovanni XXIII”. Durante l’inverno scorso, racconta la presidente, sono state eseguite circa 120 visite. Tuttora il dormitorio è pieno e varie sono le patologie riscontrate.
Inoltre, a partire da settembre 2019, grazie alla collaborazione di psicologi specializzati del Centro Penc di Palermo, offriamo assistenza psicologica e non solo, a stranieri segnalati dai medici dell’ambulatorio, o dalla Caritas e altre associazioni. Sono bisogni emersi negli ultimi anni, a cui i servizi pubblici non possono, per norma, o non sono in grado di dare risposta; riguardano la nuova popolazione di migranti forzati (uomini, donne sole, donne in stato di gravidanza come esito di violenza subita durante il transito verso l’Italia, minori non accompagnati) che presentano un disagio psichico dovuto al loro passato traumatico vissuto nei luoghi d’origine o nell’esperienza migratoria”.
Infine l’associazione, in collaborazione con istituzioni e altre entità similari, svolge attività e partecipa a progetti che possono favorire l‘integrazione dei suoi utenti nella comunità. Per fare qualche esempio vengono effettuate visite mediche gratuite per l’attività sportiva non agonistica, in collaborazione con l’Associazione Cardiologica Romagnola; sono stati svolti interventi educativi e informativi in collaborazione con Welcome e Dialogos; si organizzano iniziative ed eventi di formazione degli operatori e di sensibilizzazione della popolazione.
“L’associazione ha bisogno di raccogliere fondi per poter svolgere le attività e per portare avanti i progetti promossi, conclude Daniela Valpiani. Fonti di finanziamento sono rappresentate dalle quote sociali annuali, dalle donazioni di singoli cittadini, direttamente (con possibilità di detrarle dalla denuncia dei redditi) o con il 5 per mille. Inoltre ci finanziamo partecipando a bandi di istituzioni pubbliche, di fondazioni bancarie e di altre organizzazioni private e, in futuro, a progetti di crowdfunding. Per motivi di trasparenza e per far conoscere ai donatori come vengono spese le somme raccolte, Salute e Solidarietà si impegna a pubblicare i propri bilanci sul suo sito. Siccome i volontari non ricevono nessun compenso e l’utilizzo dell’ambulatorio è gratuito, grazie ad un accordo con la Caritas di Forlì, i fondi raccolti vengono impiegati esclusivamente per l’acquisizione di prestazioni di professionisti qualificati (es. etnopsicologi), spese di gestione dell’ambulatorio e spese per formazione ed eventi”.
Per ulteriori informazione sull’associazione e le sue attività si può fare riferimento al sito: http://www.salesol.org.
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