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La forza della ragione

Quanto ci manca

Complimenti a Confesercenti, Confcommercio e Confartigianato. Ieri hanno firmato un comunicato congiunto sulla situazione che si è creata per il 

Coronavirus e chiedono ragione e buon senso. Lamentano l’assenza di una “comunicazione univoca” e suggeriscono uno sforzo di coordinamento teso alla “semplificazione”, vale a dire: regole omogenee perlomeno a livello provinciale e preferibilmente regionale. 


Un invito, insomma, a ragionare con la testa e non con la pancia. E ce ne sarebbe tanto bisogno. Non solo nel caso del coronavirus, ma più in generale. Però sta succedendo l’esatto contrario.  Andare allo scontro è diventata un’abitudine consolidata. Ma, quello che è più grave, è che ci si va sulla convenienza del momento. 

L’esasperata ricerca del consenso porta a cavalcare qualsiasi manifestazione di protesta. E, poco importa, se si smentisce quello che è stato detto anche un giorno prima. Ormai la macchina della comunicazione sforna notizie a getto continuo e il fruitore finale fatica a tenere il conto di quello che è stato detto e fatto. Se poi, qualcuno fa notare la contraddizione, ci si difende alzando la voce o individuando un nuovo colpevole.


Il buon senso insegna che non dovrebbe essere così. Questo non vuol dire che tutto vada sempre bene o che se non si alza la voce si accetti supinamente la decisione di chi governa. Io sono portato a diffidare di alza in continuazione i decibel. Non lo condivido, ma lo capisco, quando viene fatto in un consesso pubblico. Ma quando si cerca di conquistare la scena e, perché  no l’applauso, in riunioni riservate ad addetti ai lavori, mi viene da pensare che il protagonista è povero di idee e contenuti. E quello è un problema. Perché la crescita di una collettività passa attraverso l’elaborazione di idee e non dalla spasmodica ricerca del consenso.

Non a caso chi ha una propria piattaforma non ha bisogno di sbattere i pugni sul tavolo. Ma non crediate che chi ragiona e non alza il tono della voce sia più debole degli altri. Anzi, è il contrario. Disponibilità ed educazione non devono essere scambiate per mancata determinazione. Essere disponibili al dialogo e al confronto non significa essere remissivi. Anzi, il contrario. La forza della ragione è molto più granitica di quella dell’aggressività.

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