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Diritti, doveri e positività

Il momento attuale ci impone molte riflessioni

Viviamo una situazione nella quale nessuno pensava di sarebbe arrivati. È difficile essere ottimisti, sia sul presente che sul futuro. Però bisognerebbe, quanto meno, cercare di essere positivi. Del resto, a pensarci bene, in un momento di estrema difficoltà è inutile piangersi addosso. Come ci ricorda l’Agamennone di Eschilo si apprende e si cresce attraverso la sofferenza e l’esperienza. Perché è fuori di dubbio che reagendo nei momenti di crisi abbiamo la possibilità di conoscere e, quindi, di cambiare ed evolvere.

Prima della positività però c’è un altro passaggio: dobbiamo modificare i nostri regimi di vita. Fino ad ora abbiamo pensato solo ai diritti, è arrivato anche il momento dei doveri. Che poi non sono neppure imposizioni esagerate. Servono un senso civico e una compattezza che da troppo tempo abbiamo smarrito. Lo so, nessuno vuole essere Robin, ma, ogni tanto, se tutti ci accontentassimo e facessimo un passo indietro, potremmo vivere un po’ più serenamente un momento delicato come quello attuale. Limitarsi significa applicare le indicazioni e rinunciare a un po’ polemiche che, spesso, sono anche strumentali.

Con un po’ più di serenità invece si potrebbe generare quella positività necessaria per guardare al futuro. Certo, non è un esercizio facile. Soprattutto perché non ci sono certezze e lo testimonia anche l’andamento dell’odierna apertura delle borse. C’è incertezza anche perché il Coronavirus sta colpendo un’economia che ha i fondamentali già minati. Ci sono filiere completamente ferme. Altre che lavorano a singhiozzo. C’è il grosso problema della mancanza di liquidità, ma c’è soprattutto l’enorme grattacapo provocato dai mancati incassi e quelli non torneranno più. I rinvii delle scadenze (tasse e mutui) sono importanti, ma restano pur sempre un palliativo. O si applicano delle moratorie oppure la grana è solo rinviata. Perché quei soldi che non sono entrati in portafoglio non torneranno e i problemi non si eliminano. Posticiparli è importante, ma il nodo resta e sarà difficile ripararlo.


Per il futuro ci dobbiamo chiedere se vogliamo sopravvivere e resistere o se invece vogliamo cogliere l’opportunità di costruire il nostro futuro e il rilancio della nostra economia in quanto è possibile che lo scenario più probabile sia un andamento a «V»: un calo seguito da una ripresa relativamente rapida. Dobbiamo decidere se vogliamo essere protagonisti della ripresa. Non farlo vorrebbe dire pagare un prezzo altissimo nel prossimo decennio. A tal proposito forse è utile ricordare che Alibaba, colosso cinese delle vendite on-line, pur essendo nato nel 1999, è decollato nel 2003, in piena emergenza Sars. Certo, è un caso limite, ma dimostra che si possa ripartire anche dalle ceneri, senza scomodare l’Araba Fenice.

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