Con l'attuale emergenza tanti temi locali restano a bagno maria
Il tema della gestione del San Biagio è tornato al centro del dibattito politico. Ieri se ne è occupato Davide Fabbri con un articolato intervento pubblicato nella sua pagina Facebook. Quello del cinecircolo è uno dei problemi che deve risolvere l’assessorato alla Cultura chiamato anche a mettere mano alla Malatestiana. C’è da costruire un progetto che potrebbe comprendere anche il museo previsto a palazzo Oir. Ma non sono gli unici quesiti su quali la nuova amministrazione deve lavorare. Continua ad esserci il tema di piazza della Libertà. Interessante la proposta relativa alla tassa sul suolo pubblico. Poi c’è il nodo forse più importante: cosa fare dello stabile che ospita il Bufalini. Senza dimenticare il nuovo piano strutturale.
Insomma, di cose da fare ce ne sono tante. Come è logico che sia nella gestione di un’amministrazione comunale. Continuo a credere che l’obiettivo di un ente pubblico debba essere innovare nella continuità. Non serve stupire con effetti speciali. Ma in questo momento non è molto facile fare riflessioni e approfondimenti. Per un motivo molto semplice: non si sa cosa ci riserverà il futuro. Io, per lo meno, non ho certezze. Non riesco ad averne.
Ho l’impressione che siamo in mezzo alla tempesta perfetta. Da una parte c’è il coronavirus, dall’altra la crisi petrolifera. Combinati disposti che da soli fanno tremare i polsi. Se poi ci uniamo i continui e irrisolti problemi del Medio Oriente e l’allarme immigrazione proveniente dalla Siria si fatica a capire quale potrà essere il futuro. Il timore è quello del cigno nero. In economia è una metafora che descrive un evento non previsto e di grande portata e grandi conseguenze. Probabilmente non si arriverà a tanto, ma pare inevitabile la forte contrazione dell’economia globale che per l’Italia, ma non solo, significherà dover bere l’amaro calice della recessione.
Poi ci sarà la ripresa. Ma come sarà? Sapremo agganciarla? Soprattutto, avremo ancora i fondamentali per riuscire a farlo? Continueremo ad essere la seconda manifattura europea? Il turismo come e in che modo si riprenderà? Quanta forza avrà la domanda interna? Senza risposte a queste domande difficilmente si può prefigurare uno scenario. Compreso quello cittadino considerando che la ripresa sarà a macchia di leopardo, quindi diventerà determinante la programmazione dei Comuni.
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