L'ipotesi pubblicata lunedì sul "Corriere economia", fascicolo settimanale del Corriere della Sera
Giovedì è in programma la riunione dei capi di Stato della Ue per decidere gli interventi da fare per contenere gli effetti del coronavirus sull’economia. Secondo le ultime notizie di agenzia (Reuter e Ansa) sarà un vertice interlocutori che si concluderà con l’ennesimo rinvio, con buona pace dell’emergenza. L’Italia guarda con particolare interesse alla riunione, soprattutto per quanto riguarda il piano da mille miliardi che si sta studiando per il rilancio dell’economia. Ma è quello che rischia di non avere il via libera definitivo. Non so come andrà a finire, ma qualcosa dovrà essere fatto.
L’immobilismo sarebbe la fine dell’Europa. Soluzione che nessuno vuole, a partire da quell’Olanda che adesso fa la voce grossa, ma che senza Europa sarebbe costretta a ridimensionarsi anche perché ha un debito privato molto alto. Non a caso sotto questo aspetto è stata richiamata dal FMI, notizia fresca fresca. È un caso? Dall’appartenenza alla Ue i tulipani stanno traendo grossi vantaggi essendo diventato un paradiso fiscale. Così come lo sono Lussemburgo e Irlanda ai quali si stanno aggiungendo Slovenia e Ungheria. Non si può continuare a far finta di niente. Il dumping fiscale è un problema che l’Unione dovrà risolvere, meglio prima che poi.
In Italia intanto si discute su come affrontare l’emergenza economica. Per essere pronti se, come è possibile, gli strumenti messi in campo dall’Unione europea, con tutti i nodi ancora aperti, potrebbero non bastare. Con una frequenza sempre maggiore si parla di patrimoniale. Ma prende forma un’alternativa. La proposta è stata fatta lunedì da Nicola Saldutti sul Corriere economia, fascicolo settimanale del Corriere della Sera.
Saldutti ritiene la patrimoniale uno strumento imperfetto ed è del parere che si potrebbe sfruttare questo momento di preoccupazione e insicurezza per rispolverare uno degli strumenti tipici utilizzati nei periodi di guerra: l’emissione di titoli perpetui, magari in una versione leggermente modificata. Pensa ad un’emissione monstre a lungo o lunghissimo periodo la cui sottoscrizione sia fortemente incentivata in termini fiscali e di condizioni normative. Ritiene che tale operazione avrebbe l’effetto di non essere vista come un’operazione di esproprio della ricchezza privata, ma solo come un aiuto solidale in un momento di particolare difficoltà. Un investimento remunerato con un tasso minimo garantito soddisfacente e non tassato. Sarebbe un Btp a lunghissimo termine (dai 30 ai 50 anni) spendibile in banca in caso di necessità.
Naturalmente si tratterebbe di un prelievo forzoso dai conti correnti. Saldutti, che articola proposta nei dettagli, ipotizza il 10 per cento dai privati e massimo il 5 dalle aziende che, soprattutto in questo momento, necessitano di liquidità. Ma la percentuale potrebbe anche essere inferiore, in quanto con la sua versione ipotizza si possa arrivare a recuperare duecento miliardi di euro, mentre la metà dovrebbe essere sufficiente. E termina: questa operazione, con gli acquisti della Bce, servirebbe a togliere dal mercato gran parte dei futuri rinnovi e potrebbe anche ridurre ulteriormente il costo del futuro debito pubblico. Non sarebbe possibile né in Spagna né in Francia vista la minore ricchezza delle famiglie e il loro maggiore indebitamento. In questo modo la durata media del debito pubblico, ora di circa sei-sette anni, potrebbe essere notevolmente allungata. Se l’alternativa – conclude – fosse la patrimoniale o una maxi-emissione forzosa, meglio la seconda, dal momento che in questo caso lo Stato prenderebbe a prestito i soldi dai risparmiatori per poi restituirli, con gli interessi.
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