Caro Direttore
e così, dopo 7 anni, pare sia la volta buona che l’ aeroporto di Forlì possa ripartire grazie all’intraprendenza di un gruppo di imprenditori privati. Fino ad ora ho apprezzato le loro dichiarazioni di intenti e anche le iniziative messe in campo per riaprire i cancelli del “Ridolfi”.
Come residente in un’abitazione che si trova nel cono di atterraggio degli aerei vorrei chiedere ai nuovi gestori – e lo faccio prima che entri in funzione questa importante struttura – di verificare e mettere in atto quello che da tempo si dice di voler attuare. E cioè l’auspicata inversione della direzione di atterraggio degli aeromobili che ora avviene dal lato Faenza verso Cesena. Fino ad ora, quando atterravano, gli aerei attraversavano in diagonale una buona parte del centro abitato forlivese provocando non pochi disagi verso le famiglie che vivono nelle zone interessate dal sorvolo. Rumore, a volte insopportabile, inquinamento e anche timore per il passaggio su civili abitazioni a quote non certo elevate degli apparecchi.
Non sono un esperto di problemi aeroportuali, ma ho letto che invertendo il senso di atterraggio e cioè facendo arrivare gli aerei dalla parte di Bertinoro i vettori attraverserebbero una zona estremamente meno popolata. Tale inversione è attuabile con dotazioni di carattere tecnico di cui peraltro l’aeroporto forlivese sarebbe già dotato. Sono soltanto buoni propositi o la cosa è veramente fattibile?
Non ho risposte certe. Di sicuro questa soluzione andrebbe a tutto vantaggio di tanti cittadini forlivesi (sono migliaia…) e, tutto sommato, credo anche dei nuovi gestori dello scalo che mostrerebbero di non essere sordi e indifferenti nei confronti di chi vivrà queste problematiche.
Ennio Gelosi
(lettera pubblicata sul Resto del Carlino del 14 luglio 2020)
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