Il 25 luglio 1990, trenta anni fa, l’allora ministro dell’Università Antonio Ruberti venne in Romagna per rendersi conto di persona dell’avvio degli insediamenti universitari di Forlì e di Cesena.
Il decentramento di alcuni corsi di laurea da Bologna alla Romagna non aveva compiuto neppure un anno, eppure in città erano già tangibili i primi risultati. La Facoltà di Scienze Politiche e la Scuola Superiore per Traduttori e Interpreti erano state dotate di sedi adeguate come l’ex reparto Maternità in via Giacomo della Torre e Palazzo Montanari in corso della Repubblica, dove continuano tuttora ad operare. Dopo qualche tempo a Forlì furono decentrati anche corsi di laurea in Economia e Commercio e Ingegneria Aerospaziale, per citare i più frequentati.
Personalmente ho seguito tutte le fasi di reperimento dei locali da adibire ad uso universitario dal 1988 al 1995 in qualità di assessore all’Edilizia pubblica e al Patrimonio, nonché all’Urbanistica, del Comune di Forlì. Un grosso impulso verso il decentramento lo si deve al rettore dell’Università di Bologna di quegli anni, il professor Fabio Roversi Monaco, e in città dall’operato dei sindaci Giorgio Zanniboni fino al 1990 e poi fino al 1995 del sindaco Sauro Sedioli. Successivamente si è operato per consolidare la presenza dell’Università e si è potuto attuare il progetto del Campus universitario, che oggi è una presenza di grande prestigio sia a livello locale sia nazionale.
Il Campus è sorto sull’area, in parte utilizzandone gli edifici esistenti, dell’ex Ospedale Morgagni che già dal 1986/87 il Comune iniziò ad acquisire al proprio patrimonio con un’operazione che è durata circa 6 anni e con un investimento di oltre 12 miliardi di lire (compreso l’acquisizione del Palazzo del Merenda e di Palazzo Rivalta, che erano già in uso al Comune in quanto occupati dagli Istituti Culturali e dai Vigili Urbani).
Dal 1988, anno della costituzione, il senatore Leonardo Melandri era presidente della Ser.In.Ar. (Servizi Integrati d’Area) Forlì Cesena, la società costituita dagli enti locali, dalla Camera di Commercio e dalla Cassa dei Risparmi di Forlì e dalla Cassa di Risparmio di Cesena. In questo ruolo si è distinto tanto che viene unanimemente riconosciuto come uno dei “padri” dell’Università forlivese. Ho lavorato a lungo con lui e mi ha sempre colpito la capacità di elaborazione programmatica e la capacità di guardare in avanti. Ne è testimonianza il testo che segue. Si tratta dell’indirizzo di saluto rivolto al ministro Ruberti. Il primo anno accademico doveva ancora terminare e Leonardo Melandri prospetta l’attività svolta e quella in divenire come se l’Università forlivese avesse una storia secolare! Non tutto quello che ipotizza possa essere realizzato lo sarà, ma una gran parte lo è stato ed oggi si lavora per renderlo sempre più qualificato e innovativo per attrarre studenti da tutt’Italia.
Pubblicare l’intervento di Melandri è anche un modo per ricordarlo a 15 anni dalla scomparsa. D’altra parte al termine dell’incontro con il ministro Ruberti, che era andato molto bene, Melandri mi ringraziò per l’organizzazione dell’evento e mi consegnò copia del suo discorso dicendo “Ne faccia il miglior uso che può”. Mi pare che in questo modo possa onorare la sua esortazione, nonostante il non poco tempo passato, e possa essere da stimolo per gli amministratori attuali e per il mondo universitario di fare di più e meglio.
Gabriele Zelli
Ecco quanto il senatore Melandri disse: “Signor Ministro, desidero sinceramente associarmi alle espressioni di gratitudine che il Sindaco di Forlì Le ha rivolto (Giorgio Zanniboni ndr), ed anche scusarmi per l’insistenza con la quale Le abbiamo chiesto di voler essere tra di noi, insistenza della quale ha accettato di farsi interpellare il senatore Lorenzo Cappelli (1922 -2015, sindaco di Sarsina, deputato e senatore ndr), al quale Lei ha voluto dare molto gentilmente un riscontro positivo. La nostra gratitudine è particolarmente viva se ricordiamo che le iniziative che hanno avuto svolgimento in quest’Anno Accademico sono state rese possibili grazie all’aperta sensibilità con la quale Ella accolse le proposte del Rettore dell’Università, e nostre, per avviare, fin dall’Anno Accademico 89-90, i Corsi di laurea decentrati previsti dal piano quadriennale, e di cui oggi possiamo fare un bilancio che si presenta sostanzialmente positivo.
Mi consenta riassumerle rapidamente i complessivi termini della situazione di fronte alla quale Lei oggi si trova. Le principali Istituzioni pubbliche delle città di Forlì e Cesena (Comuni, Casse di Risparmio, Camera di Commercio e Provincia) per agevolare, coordinare, gestire gli insediamenti universitari da tanti anni desiderati nelle nostre due città si sono unite in Ser.In.Ar., una S.p.A., dotandola di un capitale sociale di 10 miliardi e rendendola punto di riferimento per l’affronto dei problemi e per la realizzazione di iniziative idonee a rendere possibile gli insediamenti stessi.
Abbiamo consegnato alla cultura dei nostri bisnonni un antagonismo esasperato tra due città ed abbiamo ritenuto doveroso superare, per un problema quale quello universitario, le concorrenze abbastanza consuete che tra le forze politiche sogliono esserci; ci siamo in sostanza detti che per affrontare adeguatamente un problema di questa portata era necessario unire tutti gli sforzi.
Avevamo di fronte un problema complesso che presentava almeno due pericoli: da una parte il
frazionamento eccessivo e cioè la polverizzazione dell’insediamento universitario, con la conseguente perdita, appunto, del senso dell’Università; e dall’altra, il pericolo della dequalificazione.
Abbiamo risposto a questi possibili esiti negativi da una parte, proponendo collegamenti stretti in termini di servizi e di strutture tra Forlì e Cesena e poi ci auguriamo anche tra Forlì, Cesena e Ravenna, andando alla costituzione di quello che abbiamo chiamato il triangolo universitario attrezzato romagnolo); dall’altra, preoccupandoci che le attività universitarie a Forlì e Cesena fossero caratterizzate da servizi, tecnologie, attrezzature, ambienti che, coniugati con la qualità portata da una Università come quella bolognese, rendessero l’attività universitaria delle nostre città particolarmente qualificata. E poiché, per potere più a fondo impostare e promuovere questa alta qualificazione occorreva caratterizzare gli insediamenti in modo da poterne perseguire la dotazione di mezzi e di iniziative la più rispondente alle esigenze, abbiamo pensato al polo di Forlì come ad un nucleo fortemente caratterizzato nella direzione economico-giuridico-politologico-amministrativa (cui per particolari caratterizzazioni locali si affiancano le tecnologie aeronautiche); e, per il polo di Cesena, ad una caratterizzazione tecnologico-scientifica avanzata, nella direzione degli studi informatici, delle tecnologie e scienze agrarie, dell’ingegneria informatica e gestionale, delle agrobiotecnologie, della biologia marina, ecc.
In questa direzione abbiamo operato con un significativo impegno sia da parte della Società alla quale abbiamo riservato compiti di promozione, di coordinamento e di gestione, sia degli Enti Locali, che mantengono competenza esclusiva per la predisposizione degli spazi.
A questo riguardo mi sia consentito ricordare che i Comuni di Forlì e di Cesena hanno già speso o impegnato con formali delibere circa 12 miliardi per la predisposizione dei 5 grandi contenitori attualmente utilizzati o in via di utilizzazione, e hanno previsto di spendere nei prossimi 3-5 anni una cifra più o meno equivalente, progettando infine, nei tempi medio-lunghi, la realizzazione di contenitori completamente nuovi nelle aree dell’ex zuccherificio a Cesena e l’ex ospedale Morgagni a Forlì.
Mi consenta anche di ricordare che la Società, al 31ottobre dell’anno corrente (1990), cioè a conclusione del primo Anno Accademico, avrà complessivamente speso oltre 3 miliardi, mentre un miliardo hanno ulteriormente aggiunto le due Casse di Risparmio per l’acquisto a Cesena dell’intero laboratorio informatico e della biblioteca, a Forlì dei laboratori linguistici e degli impianti informatici e di videolingua per la Scuola Interpreti e il Corso di Scienze Politiche.
È nei nostri programmi continuare ad investire in questo settore, tenuto conto del carattere prioritario ad esso attribuito dalle Istituzioni locali e dai programmi di tutte le forze politiche.
Così ai 600 milioni di laboratorio impegnati per Cesena abbiamo programmato di aggiungere ulteriori 550 milioni; e agli impianti di Forlì di aggiungere alcune altre centinaia di milioni andando al raddoppio delle somme spese quest’anno.
Nei nostri programmi c’è poi la costituione di inizative di carattere privatistico che affianchino l’attività accademica. Così la Scuola di Tecnologie Aeronautiche di Forlì verrà supportata da un Istituto di formazione e ricerche in materia aerospaziale: così, anche nel ricordo di Roberto Ruffilli, la Regione e gli Enti Locali daranno vita, nel settembre prossimo, alla Fondazione Ruffilli con fondamentali funzioni di supporto al Corso di Laurea per la formazione dell’operatore Internazionale; così ai futuri Corsi di Laurea in Scienze e Tecnologie agrarie, che nasceranno a Cesena, daremo come supporto un Comitato di sostegno, espressione di tutte le realtà nel campo della ricerca agrobiotecnologica e per i problemi della post-raccolta e dell’ambiente agrario e forestale, che già a Cesena stanno svolgendo separate e non sempre coordinate attività.
Non le chiediamo Signor Ministro, a questo punto, che il Ministero e l’Università ci sostituiscano nel reggere gli oneri sempre più imponenti che derivano dallo sviluppo delle iniziative poste in essere con l’innesto dei secondi anni di corso e, per Scienze Politiche, anche del primo anno di specializzazione, 3° del Corso di Laurea.
Le chiediamo invece un consiglio: Lei è un uomo di governo di altissimo prestigio, non meno che uomo dell’Università e le chiediamo di non essere lasciati soli a reggere l’onere, progressivamnte in ampliamento, che deriva dalle iniziative attuali.
Come le dicevo la finalità della Società Ser.In.Ar., costituita dalle locali Istituzioni, è si quella di promuovere, coordinare, avviare, gestire la realtà universitaria decentrata di Bologna in Romagna, ma è fondamentalmente quella di arricchire e integrare, in costante e completo accordo con gli Organi Accademici e con l’Università, le iniziative che vengono a nascere sul territorio, e ciò proprio per rendere sempre più qualificati, professionalmente aggiornati, adeguatamente strutturati ed arricchiti gli insegnamenti che vengono impartiti nei Corsi di Laurea.
Formare l’operatore internazionale richiede presenze straniere tra di noi e dei nostri studenti all’estero. Cosa analoga va detta per l’operatore informatico ed è anche per questo che entreranno in funzione nel novembre prossimo due foresterie per ospiti stranieri mentre per la Scuole Interpreti il Direttore della Scuola, anche con la nostra collaborazione, si è collegato con Heilderberga e Strasburgo, oltre che con Trieste, per fare della Scuola Interpreti di Forlì una delle prime Scuole Interpreti della comunità europea.
Poiché questi sono i programmi e dando atto alla nostra Università, al rettore, agli Organi Accademici, ai Presidi e ai Docenti di una partecipazione sentita, ci auguriamo di poter trovare in Lei e nel Ministero quella comprensione gradualmente crescente che consenta a questa nuova e vitale realtà di mettere profonde radici di completarsi organicamente, di divenire fatto qualificante non solo del nostro territorio, ma della struttura complessiva dell’Università italiana.
Ci unisce nella diversità delle posizioni politiche e ideali, una grande passione civile e la convinzione di stare operando nell’interesse delle nostre popolazioni e l’ambizione di riuscire a fare un’esperienza di insediamento universitario fortemente raccordata alle esigenze di professionalità culturali altamente qualificate nel panorama dell’Università italiana.
Signor Ministro, a questo certo non potremo pervenire senza il Suo consiglio ed aiuto, senza quella della nostra Università, del Magnifico Rettore, dei Presidi e dei Docenti che naturalmente ringrazio”.
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