Monica Pignataro, Miss Mamma 2013
La vita le opportunità le regala, basta saperle cogliere e, soprattutto, farsi trovare preparati. Essere reattivi, non farsi travolgere dagli eventi, ma saperli governare per far girare la ruota a proprio favore. È quello che è successo a Monica Pignataro, Miss Mamma 2013. Quella fascia le ha cambiato la vita. Prima era una bella donna e mamma felice di due figli. Adesso è una bella donna in carriera.
Una svolta inaspettata. Cosa è successo?
“Da giovanissima ho partecipato ad alcune selezioni di Miss Italia. Ma ero frenata dalla timidezza. E, probabilmente, era per quello che non mi piaceva il concorso. Poi quando ho scoperto Miss Mamma è stato diverso”.
In che senso?
“Ho scelto di mettermi in gioco per vedere cosa succedeva, ma soprattutto per dare libero sfogo ad una mia grande passione: il canto”.
In che senso? Cosa c’entra il canto con il concorso di bellezza?
“Per partecipare bisogna portare una prova di abilità. Io ho puntato sul canto, passione di famiglia, scegliendo un simbolo della canzone napoletana: Voce e notte. Ero affiancata dai miei figli (Samuel e Naomi ndr) che all’epoca avevano 7 e 5 anni”.
Andò bene.
“Direi proprio di sì, ho vinto la fascia di Miss Mamma. Ma la cosa importante è che quella vittoria mi ha cambiato la vita e di questo sono eternamente grata a Paolo Teti”.
Cosa è successo?
“Dopo quella vittoria sono iniziate le ospitate nelle tivù che, innanzitutto, mi hanno permesso di combattere e sconfiggere la timidezza. Inoltre mi hanno aperto un mondo. Sono partite una serie di collaborazioni con tivù regionali per conduzioni che, fra l’altro, tre anni fa mi hanno permesso di ottenere il tesserino da giornalista”.
Ha ancora rapporti con il concorso?
“Certo. Sono la referente per la Campania e, quando posso, sfilo”.
Cosa prova quando è sulla passerella?
“Mi piace essere al centro dell’attenzione”.
Viva la sincerità.
“Senta, è inutile che ci giriamo attorno: noi donne siamo esibizioniste. Ci piace essere apprezzate”.
Lei è una bella donna. Ma cosa è la bellezza? Quanto incide?
“Anche in questo caso credo sia necessario fare chiarezza. La bellezza è un elemento importante. È fuori di dubbio che aiuta e neanche poco. Però bisogna fare attenzione”.
In che senso?
“L’involucro serve, ma da solo fino ad un certo punto. Per fare il salto serve qualcosa altro. Devi distinguerti per le tue caratteristiche”.
Vuol far credere che ad un certo punto la bellezza conta meno?
“Sì, è così. Arriva il momento in cui deve emergere il carattere. E ti può aiutare l’empatia”.
Però vi inorgoglisce quando vi dicono che siete belle.
“Certo, i complimenti fanno sempre piacere. Però preferisco sentirmi dire che sono simpatica. La donna è vanitosa, ma non deve arrivare al narcisismo. Bisogna fare attenzione a non superare i limiti perché il troppo stroppia”.
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