In ambito nazionale sarà importante anche la legge elettorale
Non c’è dubbio: il Covid e le sue ricadute restano il tema di attualità e lo saranno ancora per molto tempo. Soprattutto perché c’è una lenta, ma graduale crescita dei contagi. Ma il refrain politico è un altro: l’ulteriore avvicinamento fra Pd e 5Stelle, dopo il via libera della base grillina. Un voto che ha spianato la strada non ad un partito unico, ma ad un’alleanza organica. Forma e durata restano però due grossi punti interrogativi. Dipende da un’infinità di fattori.
Questa forma di alleanza vale comunque più per i territori che non a livello nazionale. Non tanto perché i due partiti sono alleati nel sostenere il governo Conte, ma perché non si va verso un sistema maggioritario. Se fosse così Pd e 5Stelle sarebbero costretti a correre assieme (pur con i rispettivi simboli). Ma l’impressione è che si pensi ad una legge elettorale proporzionale. A quel punto ognuno farebbe la sua strada per poi, eventualmente, convergere in un secondo momento.
Secondo alcuni analisti la decisione dei 5Stelle è una spinta verso il bipolarismo. Tutto è possibile, ma è un’analisi difficile da condividere proprio perché la legge elettorale va in ben altra direzione. E, comunque, forse non sarebbe il caso di parlare di bipolarismo, ma di tripolarismo.
Se, per necessità, dovessero create delle coalizioni, ce ne potrebbero essere tre. Una anche di centro composta da Renzi, Calenda, +Europa e alcuni partiti minori (ad esempio socialisti) che hanno manifestato malessere nei confronti dell’ulteriore avvicinamento fra Pd e 5Stelle. Ma potrebbe essere della partita anche Forza Italia. Insomma, una sorta di riedizione della Dc. In un sistema proporzionale, soprattutto se senza premio di maggioranza, potrebbe diventare fondamentale per la creazione del governo. Resta poi da capire se tutti i singoli partiti che la compongono sarebbero disposti a fare la politica dei due forni. Ma qui, al momento, andiamo oltre.
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