Il 21 ottobre 1944, poche settimane prima della Liberazione di Forlì, 7 amici si riunirono nel forno dell’Ospedaletto per costituire una sezione clandestina del Pci. Venne nominato segretario Alvaro Gramellini (proprietario del forno) e la sezione venne intitolata a Remigio Saviotti, partigiano della 8a brigata Garibaldi “Romagna” caduto vittima pochi mesi prima (aprile 1944) durante un’azione di guerra nelle colline del Valmarecchia. Subito dopo la liberazione si unirono al primo nucleo gli altri principali partiti impegnati nella lotta di liberazione antifascista: Partito Socialista, Partito Repubblicano e Partito Democratico Cristiano, la sede era la stalla di un commerciante di maiali dell’ospedaletto. Nell’aprile del 1945, terminata la guerra, l’azione di proselitismo della sezione Saviotti l’aveva portata ad oltre 300 iscritti e la sede venne trasferita in affitto nel casolato all’incrocio tra le vie Somalia e Zampeschi. Gli spazi erano decisamente più confortevoli e alcune stanze poterono essere adibite a luoghi di incontro sia politico che ricreativo. Il desiderio di potersi finalmente riunire liberamente non più in clandestinità, anche solo per trascorrere qualche ora spensierata, era molto forte e sentito da tutti.
Per costruire una piattaforma di cemento in grado di ospitare un pubblico di ballerini fu recuperato il materiale da costruzione nel deposito che gli inglesi avevano in via Vittorio Veneto, mentre sabbia e ghiaia vennero prelevate dall’argine del fiume Rabbi. La piattaforma fu costruita grazie al lavoro dei volontari della sezione e inaugurata con una festa danzante: nasceva così un punto di incontro dove trascorrere serate e pomeriggi tra discussioni politiche, divertimento, iniziative culturali e sportive. Si scelse di chiamare il circolo, che comprendeva le due sezioni politiche del Pci e del Psi, Taverna Verde prendendo spunto da un omonimo locale di Milano Marittima e dalla presenza di un bell’albero dalla folta chioma verde proprio al centro dello spiazzo antistante. Per acquistare l’immobile e il terreno circostante (6 milioni di lire) si rese necessaria la creazione di una struttura organizzativa solida: si cercarono un centinaio di soci disposti a versare una quota mensile di 1.000 lire per 5 anni e venne richiesto un mutuo di 3 milioni al Credito Romagnolo. I soci il 16 febbraio 1954 firmarono l’atto con cui nasceva ufficialmente la cooperativa ricreativa e culturale Taverna Verde. Nel 1955 furono avviati lavori di ampliamento della sala attigua al bar, eseguiti dai soci con prestazione di manodopera completamente gratuita. L’Italia appariva ancora devastata dalla guerra e il prezzo del pane in pochi anni era spaventosamente cresciuto. Eppure c’era tanto ottimismo ed un fervore di vita animava le città. Di questo clima ne beneficiò particolarmente il settore ricreativo culturale della cooperazione. Negli anni ’60 oltre alla cultura, lo sport ha rappresentato un forte sviluppo della Taverna Verde, la sala da ballo lavorava a pieno ritmo e si avviò l’attività di programmazione cinematografica per i soci. Tanti cantanti erano già stati ospiti (da Gianni Morandi a Lucio Dalla, da Ornella Vanoni a Dino, Bobby Solo) e alla fine del 1968 la cooperativa ospitò nei suoi locali una serie di spettacoli della compagnia teatrale di Dario Fo’ e Franca Rame. Arrivarono compagnie teatrali di grande importanza e anche le compagnie dilettali romagnole. Sport, ballo e attività ricreative furono sempre i perni su cui ruotò l’attività della cooperativa, che dal 1995 ospita il palcoscenico del Naima (vedi box). Con l’avvento della presidenza di Mauro Casanova, nell’ultimo decennio è stata risanata la situazione economica che si presentava un po’ critica.
Casanova e il consiglio direttivo sono intervenuti sui “rami secchi”, tagliandoli o rinnovandoli, hanno rivitalizzato la struttura pur dando continuità alle tradizioni, e scongiurato il rischio di veder trasformata la sala da ballo nell’ennesimo supermercato oppure in una sala giochi.
Oggi la cooperativa Taverna Verde procede a gonfie vele con un bilancio ed uno stato patrimoniale decisamente brillanti. Rinvigorito con l’ingresso di giovani forze anche il consiglio direttivo in carica. Casanova ricopre la carica di presidente da 10 anni, da altrettanti anni il vicepresidente è Daniele Ghetti. Oltre a loro i consiglieri in carica sono: Franco Nanni, Giancarlo Giusti, Roberto Conficoni, Nicole Berni, Marinella Frulli, Germano Guardigli, Ezio Mordenti, Romolo Ravaglia e Roberto Tommasini.
Il Naima Club, marchio nazionale della musica di qualità
A metà degli anni Novanta la sala da ballo della Taverna Verde diventò il palcoscenico del Naima Club ancora oggi un brand conosciutissimo nel mondo della musica di qualità in Italia e anche all’estero. L’ideatore di quel format, Michele Minisci prese in affitto lo spazio per tutte le sere della settimana, tranne giovedì, e lo trasformò nel contenitore ideale per concerti di qualità nell’ambito della musica jazz e blues, di spettacoli di cabaret e balli latinoamericani. Nell’ottobre del 1995 si inaugurò il Naima con un concerto di Vinicio Capossela. Dal Naima sono passati i più importanti nomi della scienza jazz e blues internazionale, vennero create anche rassegne musicali uniche in Italia, si aggiunsero anche spettacoli di cabaret e comici al sabato, mentre le serate di liscio continuarono la domenica pomeriggio e sera. Oggi la cooperativa ha acquistato il marchio Naima, di cui è unica proprietaria. La sala continua ad avere un utilizzo polivalente con serate dedicate al boogie, ai balli latini, al tango, e ai concerti. Dal 2013 ospita Rockin’ Time, rassegna di rilevanza nazionale dedicata alle rock band più famose della storia della musica. Negli ultimi anni il Naima organizza anche la rassegna “Note Italiane” ospitando le tribute band degli artisti italiani più importanti.
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