Nel bilancio evitare di disperdere migliaia di euro in una miriade di voci di spesa
Acerbi ascolti la pancia del sindaco e i limiti imposti dai dirigenti, solo così palazzo Albornoz supererà le difficoltà rappresentate da questo bilancio. Il copyright di questa frase non è mia, ma di un amico che stimo. Comunque la condivido in toto.
Il bilancio è l’atto politico/amministrativo più importante. È quello attorno al quale ruotano tutte le scelte. Per redigere la manovra economica sono necessari: una politica che scelga, i numeri che tengono, il coinvolgimento della struttura anche per evitare che si corra il rischio che tu decidi, ma in realtà non accade nulla. Insomma, i dirigenti vanno motivati e caricati di responsabilità.
Tre elementi che dovrebbero essere sempre rispettati. Ma dai quali non ci si potrà esimere in un momento come quello attuale. Non è sbagliato affermare che questa è la manovra economica più delicata che palazzo Albornoz sia stato chiamato a fare. Il problema non è chiuderla. La quadra si trova sempre. Ma come verrà chiusa. Sbagliarla potrebbe essere pericoloso. Per quello è importante fare un ragionamento sul lungo periodo.
Per il prossimo anno però è giusto concentrarsi su alcuni punti. Insomma, definire quale sarà il core business di palazzo Albornoz. Per quello è condivisibile il ragionamento di A Sinistra che suggerisce, in fase di redazione del bilancio, di muoversi in modo diverso rispetto al passato e piuttosto che disperdere migliaia di euro su una miriade di voci di spesa, si scelga di caratterizzare l’azione politica in modo netto e di dare un segnale puntando su alcuni macroaree. A Sinistra individua gli interventi in favore delle persone più fragili e all’istruzione. Indicazioni che non possono che essere sottoscritti e sulle quali col sindaco, ma non solo, dovrebbero sfondare una porta aperta.
Altra voce sulla quale sarà necessario investire è il piano investimenti. Un tempo era faraonico, col passare degli anni e con le ristrettezze economiche ha fatto una notevole cura dimagrante. Ma ora che (finalmente) la politica keynesiana è diventata di dominio pubblico, anche perché sdoganata da Draghi, anche il Comune dovrebbe adeguarsi. Non servono progetti faraonici. Tanti piccoli cantieri, a partire dalle manutenzioni, possono aiutare a migliorare la città dando una spinta all’economia. Per quello non si dovrà avere paura di aumentare il debito. Naturalmente senza farlo esplodere.
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