Alla politica chiede concretezza e la stimola a dare risposte su temi delicati e importanti
Quello attuale è un momento importante. Bisogna decidere come utilizzare i soldi che arriveranno dall’Europa. Stiamo parlando di 209 miliardi, non di bruscolini. In ballo c’è il futuro del paese. Ma sarebbe sbagliato pensare che è un dibattito solo nazionale. Deve essere affrontato anche in ambito locale per decidere quali dovrebbero essere le priorità per migliorare il territorio e fare un lavoro di lobby per sponsorizzare le proprie idee. La politica invece non pare essere interessata o, quanto meno, pare avere altre priorità (!?). Va stimolata. E, in tal senso, è da apprezzare l’intervento di Marcello Borghetti, segretario della Uil cesenate. La nota.
La Uil Cesena, grazie al radicamento con le persone che rappresenta, è testimone del senso di sfiducia di moltissimi cittadini, per l’assenza di politiche che rispondano al Paese reale. Siamo impegnati in manifestazioni nazionali e territoriali unitarie per chiedere alla politica “concretezza”. Fra una campagna elettorale e l’altra è possibile auspicare qualche ragionamento sulle urgenze e sulle prospettive di un Paese che deve cambiare modello di sviluppo e di società? Esiste la possibilità di uscire dagli slogan elettorali e magari assistere ad una stagione di confronto per un condiviso “Patto per il Paese?”.
L’emergenza sanitaria, ha semplicemente messo a nudo problemi già evidenti da troppi anni: infrastrutture carenti, incapacità di definire una politica industriale all’altezza dei cambiamenti, investimenti adeguati alle sfide, per scuola, ricerca e innovazione, carenze nel sistema di previdenza e assistenza e necessità di un sistema di politiche attive piuttosto che sussidi. Ma soprattutto manca la capacità di immaginare una società dove la persona sia il centro e non lo strumento a favore dell’arricchimento di pochi. La Uil pensa che questo modello di sviluppo, di stampo liberista, abbia fallito. Serve una stagione di sviluppo finalizzata alla redistribuzione di opportunità, redditi e sostegno ai bisogni di persone e famiglie.
Nel territorio cesenate e più in generale in Romagna si è vissuto di rendita per meriti di classi dirigenti passate. Il territorio cesenate e la Romagna sono la cenerentola di una Regione dove la parte Emiliana, ha goduto di politici più attenti. La politica per eterne divisioni, non ha saputo costruire un cartello per rivendicare infrastrutture di qualità a partire dai collegamenti viari. Raggiungere la costa, oppure transitare da Cesena a Rimini, a Forlì o Ravenna è una impresa, per non parlare della E45, eterna infrastruttura a “senso unico alternato”. Siamo in ritardo sul potenziamento delle linee ferroviarie e sugli aeroporti assistiamo a sfide fratricide. Opere strategiche per capire, quale spinta potranno avere settori strategici ed in affanno del territorio nell’ industria, artigianato, turismo commercio o nell’agonizzante agricoltura.
Di fatto precariato e redditi bassi, si sono diffusi in modo squilibrato e pericoloso per economia, coesione e sviluppo. Vi sono poi frequenti problemi di illegalità. Dunque, rispetto alle notevoli risorse del Recovery Fund, auspicando che il Governo si mostri capace di confrontarsi e di rendere esigibili rapidamente queste risorse, il territorio cesenate e la Romagna come si pongono, si aspettano le briciole oppure si tenterà di unire le forze per fare alcune richieste strategiche per sviluppo e coesione sociale? Infine, anche nel territorio cesenate occorre una nuova consapevolezza sul valore del lavoro e sul valore della contrattazione. Occorre una grande spinta per garantire i rinnovi contrattuali, contrastando la miopia di chi intende boicottare questi pilastri della redistribuzione. L’incremento dei redditi, anche attraverso una efficace riforma fiscale, è fondamentale per una società avanzata, viceversa benessere e consumi rimarranno al palo e i prossimi mesi, rischiano di diventare drammatici per la tenuta sociale. Su tutti questi temi c’è una sfida alla quale nessuno può sfuggire, e che segna le sorti di tutti, nessuno escluso.
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