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L’importanza dei dirigenti

Spesso determinano le sorti di un ente pubblico

E’ di ieri la notizia che Alessandro Francioni lascia il Comune di Cesena per trasferirsi a Bergamo. Francioni è stato un dirigente importante per palazzo Albornoz. Nominato a tempo indeterminato nel 2018, ha investito sull’innovazione tecnologica come strumento essenziale per migliorare sempre di più i servizi direttamente rivolti ai cittadini. 

Alessandro Francioni con il sindaco

Quella dei dirigenti è una figura della quale si parla poco, ma, spesso, determinano le sorti di un ente pubblico. E’ un ruolo importante che però va maneggiato con cura essendo delicato. Non è esagerato dire che hanno le chiavi della struttura. Perché è vero che le scelte politiche devono essere prese dalla giunta, ma l’operatività è in mano proprio ai dirigenti. Sono loro che guidano gli uffici ed hanno il compito di realizzare i progetti. Spesso, inoltre, sono loro che ci mettono la firma come, ad esempio, nell’Urbanistica o nell’Edilizia. 

E’ chiaro che la competenza è molto importante. Ma forse non è l’aspetto fondamentale o, quanto meno, non  è l’unico. Certo, non è consigliato mettere un laureato in medicina ai lavori pubblici o un architetto alla sanità. Dando per scontato che ognuno è utilizzato in base alle proprie competenze, è importante avere una buona dose di buonsenso. Poi serve elasticità mentale. Non vanno bene nè i no a priori e neppure i sì detti troppo in fretta. Serve una valutazione. Così come faceva Gualtiero Bernabini, uno dei migliori dirigenti che il Comune di Cesena abbia avuto. Non significa che dicesse sì a tutto spiano, ma se doveva pronunciarsi per il no lo faceva a ragion veduta e dopo aver fatto attente valutazioni. Quindi  all’interlocutore spiegava nei dettagli il motivo della sua scelta.

Assodato che i dirigenti devono avere buonsenso è altrettanto logico che vadano motivati. Il compito spetta agli assessori che devono valorizzarli. Come, ad esempio, faceva Carlo Battistini. L’ex tesoriere di palazzo Albornoz con la sua squadra aveva un ottimo rapporto che si trasformava in fiducia reciproca e questo rendeva il lavoro non solo più fluido, ma anche più proficuo. E, spesso, la lotta alla burocrazia passa anche da questo tipo di rapporto. 

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