FORLI’. Quarantacinque pagine per criticare il progetto del Comune di realizzare un nuovo polo commerciale con annesso megastore alimentare tra via Bernale e via Balzella.
Non è un parere qualunque, ma quello realizzato dallo studio degli avvocati Franco Mastragostino, anche docente di Diritto amministrativo, e Chiara Lista, del foro di Bologna, chiamati da Confesercenti a redigere un parere rispetto alla variante al Poc approvata dalla giunta e che tante polemiche e critiche ha creato negli ultimi mesi, fino ad un’assemblea pubblica nella quale è stato presentato lo studio.
Incremento del traffico e inquinamento acustico erano stati subito portati alla luce dal “Comitato del no” al progetto, da associazioni di categoria, sindacati e residenti, ma ora arriva anche una certificazione autorevole. Non solo, perchè gli avvocati Mastragostino e Lista ripercorrono tutta la vicenda della variante.
“La proposta di variante cambia totalmente gli assetti e gli impatti rispetto alle precedenti scelte e previsioni di intervento, determinando una serie di discutibili effetti, peraltro non correttamente e sufficientemente indagati, né valutati ai fini della sostenibilità urbanistico-territoriale dell’intero nuovo progetto”, si legge nella consulenza, già in mano a tutti i consiglieri comunali che si dovranno occupare del voto in aula.
Nella relazione è sottolineato come la pianificazione commerciale nel 2017 non prevedesse la realizzazione di una nuova area vendita alimentare da 2.500 metri quadrati, tantomeno le attuali previsioni commerciali ne avvalorano la necessità, specie in una zona così già densamente servita di attività.
Non solo, i legali bolognesi rincarano la dose: “Ma l’aspetto forse più decisivo e immediatamente rilevabile, suscettibile di mettere fortemente in dubbio la adeguatezza e completezza dell’istruttoria che sarebbe stata effettuata dai competenti Uffici tecnici comunali sulla plausibilità e sostenibilità territoriale della nuova medio grande superficie di vendita alimentare nella zona critica “macroarea 1”, dove è sempre stata esclusa una struttura di tali dimensioni e qualificazione merceologica, è l’evidente, eclatante sottodimensionamento, nel progetto di nuova variante, dei dati relativi all’impatto sul traffico indotto che il nuovo insediamento prospettato, comprensivo della medio-grande struttura di vendita alimentare è suscettibile di produrre in quella zona. Appare immediatamente evidente, come i dati e gli elementi sui quali sarebbero stati calcolati il livello di attrazione della struttura alimentare di 2500 mq rispetto all’utenza, e il corrispondente flusso di traffico indotto, (numero di utenti 1125 giornalieri, a fronte, invece, di 2400 – 3000 scontrini giornalieri battuti in altre similari realtà di quella dimensione), appaiono fortemente sottodimensionati, in quanto espongono valori che risultano essere quantomeno della metà, se non addirittura un terzo di quelli riscontrabili in realtà del tutto similari e rappresentano, quindi, una prospettazione non veritiera. In buona sostanza, la eclatante non adeguata rappresentazione dei dati sui quali si è basata l’analisi di impatto della dimensione della nuova struttura alimentare del Comparto PI c/d sul traffico e la viabilità, che involge uno dei profili più importanti, delicati, ed impattanti che occorre analizzare in presenza di strutture di questa tipologia e dimensione, rende il progetto proposto privo della sostenibilità ambientale e territoriale richiesta dalla legge regionale (art 5 l.r. n. 20/2000) e rende evidente la violazione rispetto a tutte le indicazioni sulla criticità della macro area 1, di cui agli indirizzi comunali e provinciali. Un aspetto di rilevante illegittimità che rende visibile l’emersione di un difetto eclatante di istruttoria su un profilo dirimente ai fini della stessa fattibilità del progetto. Emerge al riguardo un possibile profilo di responsabilità dei dirigenti a cui compete la verifica tecnica dei dati progettuali, per mancata valutazione e carente od omessa istruttoria, ma anche dell’Amministrazione tutta nel suo complesso. avuto riguardo ad una “materia” sulla quale vi è primaria, fondamentale e diretta competenza del Comune, quella che gli è richiesta per poter essere Amministrazione in grado di esercitare correttamente la sua capacità pianificatoria e di controllo urbanistico, anche su profili che spetterebbero alla dimensione superiore, provinciale. Ci si riferisce espressamente alla mancata identificazione del Progetto oggi proposto in variante come configurazione della più classica “area commerciale integrata”, che avrebbe dovuto fin da subito indirizzare la richiesta di variante su un altro piano e su altre procedure amministrative”.
Un parere pesantissimo, difficile da ignorare anche per i più accaniti sostenitori della legittimità dell’atto, come il vicesindaco Daniele Mezzacapo.
Anche per questo il sindaco Zattini ha deciso di volerci vedere chiaro prima di arrivare alla discussione in consiglio.
E voi cosa ne pensate? Il Comune andrà avanti? Dite la vostra nei commenti
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