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Ecco cosa serve per rilanciare il paese

In fiera è in corso Fattore R

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Alberto Rosa, responsabile per l’Emilia-Romagnadi EY ha presentato i risultati dell’analisi che prende in considerazione oltre 100.000 aziende (con un fatturato sopra i 2 milioni di euro), e analizza come cambia la produttività del sistema romagnolo, anche sulla base degli investimenti necessari per lo sviluppo delle infrastrutture digitali e fisiche, con un focus in particolare sull’impatto del Covid-19 su alcuni settori produttivi a livello provinciale. 

Secondo Rosa in questo momento storico, se si vuole rilanciare il Paese, occorre analizzare le esigenze di infrastrutture digitali delle aziende e capire come soddisfarle, partendo dai settori produttivi più colpiti dal COVID. In particolare, dall’analisi di EY emerge che la Romagna appare un po’ penalizzata sul versante delle infrastrutture digitali e della connettività (fibra ottica e 5G), seppur risulta in testa con Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini nell’IoT, cioè nella digitalizzazione delle infrastrutture di trasporto, energetiche, ambientali. Dal punto di vista delle Utilities, gli investimenti sul territorio romagnolo sono quindi molto avanzati, anche più delle altre province, ed è possibile quindi cominciare a portare dei cambiamenti concreti nel digitale. Dai dati del Digital Infrastructure Index di EY notiamo che Forlì-Cesena è al 90° posto (su 107 province) nella classifica di “Connettività fissa e mobile”, ma al 5° posto nella classifica “Reti IoT-Sensoristica”, meno estrema è la posizione di Rimini, che è 76° nella Connettività fissa e mobile e 23° nelle “Reti IoT-Sensoristica”; più equilibrata Ravenna (34° e 17°).

Per quanto concerne quei settori fortemente presenti nell’economia romagnola, gli impatti maggiori hanno riguardato i macchinari industriali (con una perdita minima di 16,68%, che può arrivare a -23,11% in caso di un secondo lockdown prima della fine dell’anno), il Fashion&Luxury (-27%, fino a -35%) e il Turismo, il settore più impattato, (-43,5%, fino a -58% nell’ipotesi di un nuovo lockdown). Nel complesso dei settori analizzati, la perdita di fatturato per il sistema produttivo romagnolo si attesta a – 5,42%, superiore rispetto alla media nazionale (-4,47%), ma anche alla media dell’Emilia-Romagna (-5,00%).

Relativamente alle filiere, dall’analisi di EY si evidenzia che il sistema produttivo italiano è abbastanza concentrato: 57 province superano la media nazionale in almeno un settore, e si dimostrano quindi una parte trainante dell’economia del Paese. In particolare, le province della Romagna sono presenti come trainanti in 3 filiere ciascuna: Ravenna si distingue per le filiere dell’Agrifood (che contribuisce per ben il 31% del fatturato totale dell’Agrifood, contro una media nazionale del 6,67%), Macchinari Industriali (11,7% contro 6,6%) e Retail Food (10,4% contro 6,8%); il fatto che i settori legati al Food abbiano avuto un impatto del COVID minore (Agrifood e Retail Food, quest’ultimo addirittura ha avuto un impatto positivo), fa sì che Ravenna abbia contenuto l’impatto dell’emergenza (-3,9%). Forlì-Cesena traina nel Retail Non Food (19,2% del fatturato del settore contro la media del 4%), l’Agrifood (15,5% contro 6,7%) e l’Infrastructure (10,5% contro 5,1%); ciò si traduce in una perdita totale nei settori considerati pari al 5,13%, di poco inferiore alla media della Romagna. Rimini invece ha un’economia assai diversa, trainando i settori dei Macchinari Industriali (24,7% contro la media del 6,6%), del Fashion&Luxury (15,8% contro 4,6%) e del Turismo (4,1% contro 0,9%). Il fatto che questi settori siano stati pesantemente penalizzati dal COVID posiziona Rimini come una delle province più colpite dall’emergenza in Italia (-9,37% nell’insieme dei settori considerati, che potrebbe arrivare a -12,48% nel caso di un secondo lockdown).

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