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E’ una vergogna

Dalla burocrazia continuano ad arrivare spunti incredibili

CESENA. Una situazione assurda. Lo è già alla massima potenza, ma il silenzio che la circonda provoca anche una sorta di imbarazzo. Eppure la notizia è stata pubblicata domenica da “Il Sole 24 Ore”, il quotidiano economico più votato e blasonato. E’ incredibile, ma vero: da oltre dieci mesi ci sono venti miliardi stanziati per investimenti, ma la burocrazia li tiene bloccati.

Questo quello che scrive il quotidiano economico: la legge di bilancio 2020, entrata in vigore il 1° gennaio scorso, ha previsto la costituzione di un nuovo Fondo infrastrutture strategiche per le amministrazioni centrali dello Stato, finanziato con 19,7 miliardi di euro spalmati su quindici anni (ma anticipabili tramite mutui con Bei, Cdp e istituti bancari). Dopo dieci mesi e mezzo, le amministrazioni centrali dello Stato non hanno neanche potuto iscrivere a bilancio le somme perché le risorse vanno attivate e ripartite con un Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri) dopo un iter faticosissimo che sembra fatto più per non spendere che per spendere e investire rapidamente. 

Stando così le cose la domanda più logica è: perché si impiega un anno per mettere a disposizione risorse che potrebbero essere rese disponibili in pochi giorni?

Una risposta potrebbe darla solo chi conosce alla perfezione il sistema pubblico. Di certo le procedure di programmazione che anche con il decreto legge Semplificazioni si era promesso di accelerare sono uno zoccolo duro della resistenza della pubblica amministrazione (e del Parlamento) contro procedure celeri. 

Stando alla ricostruzione de Il Sole 24 Ore il problema è che al Mef sono arrivate richieste superiori alla disponibilità dei fondi e in molti casi non sufficientemente motivate. Insomma, solo a fine luglio è stato composto il mosaico con relativo invio alle Camere. Adesso manca solo la firma di Conte che, presumibilmente, sarà veloce. Poi i soldi verranno girati ai ministeri competenti che dovranno prendere i tempi per la progettazione e successiva approvazione. Quindi quelli per i bandi per l’assegnazione.

Insomma, quando partiranno i lavori? Non c’è e non ci può essere una data precisa, ma non è fantascientifico ipotizzare che i cantieri possano aprire solo fra quattro-cinque anni. E’ assurdo ma è così. Del resto, sono queste le vere incrostazioni che minano la solidità del sistema Paese. Non a caso in ogni occasione dimostriamo di non saper fare quello che dovrebbe essere più semplice: saper spendere. Perciò torna alla mente l’allarme lanciato a “Fattore R” da Pietro Ferrari. Riferendosi alla politica, il presidente di Bper, ha detto: “Abbiamo molte idee, ma non sappiamo realizzarle”.

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