Intervento di Graziano Gozi, direttore della Confesercenti Cesenate
Graziano Gozi, direttore della Confesercenti Cesenate, non le manda a dire. Non è tenero con il governo del quale, soprattutto nell’ultimo periodo, non ha condiviso scelte e metodo delle decisioni. Una presa di posizione dura e decisa quella che oggi è apparsa nella rubrica che tiene nella cronaca di Cesena del Corriere Romagna.
Non ci stancheremo mai di ripetere che l’emergenza sanitaria ha la priorità. Gli operatori del commercio, turismo e servizi, nell’anno del Covid, hanno dimostrato serietà, comprensione e disponibilità. Oltre due mesi di chiusura a primavera, una ripartenza stentata e dopo un’estate con una parziale ripresa, l’autunno sta portando nebbia, confusione e incertezze.
Fra mille difficoltà, la gestione della pandemia in primavera si è rivelata un percorso fatto di incontri istituzionali, ascolto e concertazione che ha portato alla stesura condivisa di Protocolli. Il coinvolgimento di associazioni, imprese e cittadini è stato elemento determinante per il mantenimento della coesione sociale. Le imprese hanno fatto investimenti per rispettare i Protocolli e come Associazioni le abbiamo accompagnate in ogni passaggio. Poi è arrivato il Decreto del 24 ottobre, che ha cancellato tutto questo.
Non lo abbiamo capito e discusso, non lo condividiamo, non siamo abituati a questo modo di fare e non lo accettiamo. Bar e ristoranti devono chiudere alle 18 anche se rispettano regole e Protocolli. I titolari delle imprese, giustamente, si chiedono perché. Perché devo stare chiuso quando vedo l’autobus pieno? Perché devo essere chiuso quando vedo le medie e grandi strutture di vendita commerciale, di grandissime dimensioni che registrano migliaia di clienti ogni giorno, aperte ed evidentemente considerate sicure, mentre bar e ristoranti, invece, sono ritenuti pericolosi?
Ci si chiede “perché io no e lui sì” e questa situazione genera rabbia e incomprensione. Il Governo, anche con il Decreto del 3 novembre, sembra non aver capito che le scelte vanno spiegate. Sarà possibile che il pomeriggio del mercoledì un’azienda non sappia se potrà aprire la mattina successiva?
É stato così per bar e ristoranti nell’attesa di conoscere il “colore” di appartenenza della propria Regione. É una totale mancanza di rispetto delle Imprese. Così si calpesta la dignità del Lavoro. Occorre più sensibilità e rispetto. E quando si sbaglia, si chiede scusa e si corregge. É il modo migliore per ripristinare fiducia e collaborazione fra istituzioni, cittadini e imprese.
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