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Si è rivoltata la frittata

Quante cose sono cambiate rispetto a undici anni fa

CESENA. Chi la domenica gira per i centri storici delle nostre città nota due cose. Che i centri sono strapieni di persone e che tutti i bar, ristoranti e negozi sono aperti.

A causa del Covid, che ha anticipato i nostri orari di uscita e di ritorno a casa e ci ha portato a vivere una ansia da passeggiata e da acquisto. Ma il Covid questa ansia l’ha regalata anche a commercianti, baristi e ristoratori, che non vedono l’ora che sia domenica per stare aperti e accogliere quanti più clienti è possibile.

Situazione totalmente opposta a quella di 11 anni fa. Chi ha buona memoria ricorderà che nel 2009 a Cesena ebbe luogo un duro confronto tra l’Amministrazione comunale (che decise di eliminare il giorno di chiusura infrasettimanale e di favorire le aperture domenicali) e un ampio gruppo di negozianti (molti dei quali sono poi diventati l’anima del Comitato “C’entro anch’io” e più recentemente, in numero rilevante, dal punto di vista personale hanno aderito come candidati alle liste “Cambiamo“ e “Cesena siamo noi”). Il confronto ebbe luogo sia in Consiglio comunale (presenti sindaco, giunta e oltre 100 commercianti) che lungo le vie del centro, con circa il 60% dei negozi che la domenica restarono chiusi, affiggendo locandine nelle quali mettevano in luce la loro volontà di “passare la giornata di festa in famiglia”.

Quanta acqua è passata sotto i ponti! E non solo per colpa del Covid, perché nel frattempo il “virus Amazon” aveva già convinto molti di quei ribelli per ragioni familiari a stare aperti la domenica.

E’ però facile notare che quello scontro di visioni avvenne, ora più ora meno, esattamente 11 anni fa. E che alcuni di quelli che allora si ribellarono per stare chiusi, oggi si stanno ribellando per stare aperti e certamente accuseranno Governo, Regione e Comune di volere uccidere le loro attività, se diventassimo “zona rossa”.

Se 11 anni fa i commercianti di Cesena avessero preso l’abitudine di chiudere, per esempio, nei caldi pomeriggi estivi e di aprire la sera (almeno in estate) o la domenica, oggi la rete commerciale della città potrebbe essere ben più forte e radicata. Così invece molte imprese si presentano a questa fase così complicata indebolite e prive di una strategia che si sarebbe dovuta approntare anni fa.

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