Servirebbero decisioni impopolari, forse troppo
CESENA. Non è il caso di scomodare Dante e il canto terzo dell’inferno, ma sono poche le speranze che a Cesena venga risolto il problema del traffico. Per lo meno se ci non sarà un radicale cambio di abitudini da parte dei residenti. Tutto questo non vuol essere un atto di sfiducia nei confronti dell’assessore Francesca Lucchi che sta mettendo mano al piano del traffico. Anzi, tutt’altro. E’ la testimonianza che si sta cimentando in una situazione difficile a causa della caratteristica di Cesena. C’è un mix micidiale: troppe auto e centro storico piccolo. E’ uno dei più piccoli d’Italia e con la più alta concentrazione di vetture.
Per rendersene conto è sufficiente fare una piccola ricerca. Il sessanta per cento dei cesenati si concentra nel raggio di tre chilometri. La rotonda di Torre del Moro e quella della Foglia (Case Finali) distano solo sei chilometri e il centro storico si estende per soli 68 ettari.
Quasi 95 mila abitanti stanno stretti in queste misure, che appaiono ancor più vincolanti se confrontate con quelle di altre città: Forl’ con 116 mila abitanti ha un centro di 163 ettari, Alessandria con 93 mila abitanti ha a disposizione 169 ettari, Cremona spalma i 73 mila residenti su 169 ettari, Mantova può contare su 238 ettari per 48 mila abitanti.
Un pò di problemi si risolverà da solo quando partirà il nuovo ospedale e la circonvallazione sud (via Padre Vicinio da Sarsina) verrà scaricata di buona parte del traffico di attraversamento. Ma è sbagliato pensare che potrà essere la panacea di tutti i mali. L’obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre ancora di più il traffico di attraversamento. Per farlo servirebbe spingere le auto sulla secante. Ma servirebbero alcuni provvedimenti impopolari come, ad esempio, il senso unico sul ponte Vecchio, i sensi unici incrociati fra la viale Carducci e via Gaspare Finali o il rallentamento della via Emilia o della circonvallazione sud quando sarà liberata dal traffico diretto al Bufalini.
Insomma, fare scelte che possano far retrocedere le principali arterie cittadine a una sorta di strade interne. Una declassificazione di fatto che sarebbe necessaria per intervenire sul problema delle polveri sottili che, non dimentichiamolo, provocano più morti del Covid. Ma è facile immaginare che ci sarebbe una levata di scudi da parte dei residenti che però sono gli stessi che non vogliono (o non possono) rinunciare all’auto e si lamentano per l’impennata della polveri sottili.
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