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Un bilancio con diverse incognite

Ma una cosa è certa: Castorri è l'assessore pesante

CESENA. Un bilancio di previsione, quello del Comune di Cesena, con alcuni punti interrogativi. Ma non per mancanza di buona volontà da parte della giunta, bensì per l’incertezza del momento. Bisogna partire dal presupposto che ci sono meno soldi a causa delle minori entrate a causa del Covid e non si sa se dal governo arriveranno ulteriori aiuti. Inoltre la spesa aumenta perché si è deciso di aumentare il personale (+57 unità), di neutralizzare le tariffe degli asili e di eliminare gli introiti per l’occupazione del suolo pubblico. 

Nel contempo però si ha la netta impressione che ventun milioni per sociale, scuola e sport siano insufficienti. Serviranno almeno poco più di due milioni, al netto del personale delle scuole. Ma il tema vero è un altro: il trasferimento successivo all’Unione che gestisce i servizi sociali. Perché in tutti questi anni Cesena ha fatto da stampella e se dovesse ridurre l’impegno rischierebbe di creare dei problemi ai Comuni più piccoli. Ma siccome questa non dovrebbe essere la volontà di palazzo Albornoz è facile immaginare che nel corso dell’anno ci saranno diverse variazioni di bilancio, strada che è sempre stata battuta, ma che quest’anno sarà determinante e influenzata dalle decisioni che saranno prese dal governo nazionale. Del resto non pare sia un caso che il Comune quantifichi in due milioni e mezzo le minori entrate da Covid, la cifra che ora manca a sociale, scuola e sport.

Da questo bilancio però arriva anche un segnale forte e chiaro: l’assessore forte è Christian Castorri. Non tanto perché è il vicesindaco, bensì per il peso della sua delega più importante: Lavori pubblici.  Se in tempi di crisi si decide di aumentare la spesa di quasi sei milioni (passando da 12.564 milioni a 17.761) significa che c’è un disegno strategico. Una visione keynesiana che non può che essere condivisa soprattutto perché darà ossigeno all’economia locale. Il piano di Castorri prevede che buona parte del gettito sia investita in manutenzioni e riqualificazioni. Va bene perché sono soldi che possono entrare in circolo in fretta. Ma forse serviva uno sforzo maggiore in interventi strategici. Per il 2021 c’è solo la Bicipolitana, poco più di due milioni. Stando così le cose servirà un’accelerata nel 2022, ma così facendo resta da capire quante potranno essere le opere ultimate entro la fine della legislatura.

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