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Adesso non facciamoci del male da soli

Ora ci sono tutte le condizioni per ripartire, ma servono statisti, non quaquaraquà

CESENA. Dal rischio della tempesta perfetta siamo passati alla congiunzione astrale perfetta. Adesso però l’Italia deve essere capace di costruirsi il futuro e questa volta non avrà più alibi e nemmeno altre possibilità. L’utilizzo del termine storico è abusato, soprattutto nella sua accezione di sostantivo. Questa volta però non è fuori luogo. La giornata di ieri (giovedì 10 dicembre) senza dubbio può essere definita storica. O, quantomeno, fondamentale per il futuro dell’Europa, ma, soprattutto, dell’Italia. I capi di Stato hanno sottoscritto il Recovery fund o Next generation, insomma l’accordo che all’Italia porterà 209 miliardi, ottanta dei quali a fondo perduto. Tutti soldi che dovranno essere utilizzati in investimenti pubblici per rendere il paese più tecnologico, più moderno e più pulito.

Nello stesso la Bce ha prolungato il paracadute fino a marzo 2022 mettendo a disposizione un plafond di oltre 500 miliardi. Il che significa che, in qualsiasi momento, la Banca Centrale Europea, potrà intervenire per acquistare titoli sovrani che il mercato non sarebbe in grado di assorbire. Il che centra un doppio obiettivo: disincentivare qualsiasi speranza degli speculatori e, di conseguenza, tenere basso il tasso di interesse riducendo l’ormai famoso spread.

Sembra impossibile, ma l’Italia ora ha di fronte una vera e propria autostrada. Se, poi, calcoliamo che il Belpaese in cassa ha più di cento miliardi già finanziati e pronti per essere spesi per realizzare delle infrastrutture emerge che ci sono tutte le condizioni per far diventare il paese una delle locomotive europee in quanto si potrebbe arrivare ad avere una crescita superiore al quattro per cento annuo. Il che significa abbassare il tasso del debito pubblico e generare ricchezza. 

Ma dobbiamo evitare di farci del male da soli. Cosa della quale siamo capacissimi. Per andare nella giusta direzione non serve cercare di stupire con effetti speciali, ma fare poche cose e sensate. Innanzitutto combattere la burocrazia e usare il buonsenso, ovvero rinunciare ai personalismi e guardare al bene comune. Evitare, cioè, che prendano il sopravvento i piccoli interessi di bottega. L’impressione è che si possa andare incontro ad una nuova fase politica. Che il momento sia topico lo si capisce anche dall’atteggiamento di Matteo Salvini. Ieri il leader della Lega ieri ha abbandonato le posizioni più barricadere mettendosi in contatto con il presidente del Consiglio dicendosi disponibile a collaborare per disegnare il futuro dell’Italia. E il leader del Carroccio ha ragione quando dice che il volto dell’Italia dei prossimi 20 anni sarà deciso nei prossimi mesi.

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