I problemi veri non vengono trattati
CESENA. E’ difficile capire la politica. Lo è ancora di più dopo aver seguito il dibattito (Camera e Senato) sulla fiducia al nuovo governo. Ancora una volta si ha avuto l’impressione di essere di fronte al vuoto assoluto. Sensazione cresciuta quando l’aumento del populismo è diretta proporzionale con la crescita dei decibel della voce. Ma quello potrebbe essere giustificabile dalla presenza delle telecamere. La concessione alla sceneggiata la si potrebbe concedere se nel corso dell’intervento fossero stati trattati temi importanti. Leggesi la richiesta di modifiche di leggi che sono veri e propri paradossi. Invece non è successo niente di tutto ciò. Eppure di modifiche importanti da fare ce ne sarebbero tante.
Uno (fondamentale) è relativo ai problemi che si creano alle amministrazioni locali e la cosa più assurda è che i più penalizzati siano i Comuni virtuosi. C’è qualcosa che non funziona, ma i numeri parlano chiaro. In particolare i dati pubblicati dalla Banca d’ Italia sull’andamento del debito pubblico nel 2020: mentre il rosso delle Amministrazioni centrali è aumentato di 160,1 miliardi, quello degli enti locali è diminuito di 1,2 miliardi.
E’ dovuto alla centralizzazione nella gestione del debito. Ma con una differenza: lo Stato può aumentare il debito, mentre i Comuni sono obbligati al pareggio di bilancio. Non ci sarebbero problemi se lo Stato integrasse con i propri trasferimenti agli enti locali. Cosa che però non avviene riducendo, quindi, progressivamente la capacità di spesa degli enti locali.
Adesso la parola d’ordine è “debito buono” che, in effetti, potrebbe generare un ritorno importante per la collettività in termini di capacità di finanziare i servizi offerti. Però servirebbero meno vincoli partendo dalla revisione di principi contabili rigidi e obsoleti che limitano l’agire dei Comuni virtuosi. Si tratterebbe di premiare il merito. Scelta in linea con la filosofia di chi ritiene che i contributi debbano continuare ad esistere, ma non quelli a pioggia. Cambiano i fattori, ma il prodotto è lo stesso.
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