LUGO. In questi giorni un incaricato dal Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna ha fotografato gran parte del volume di Andreae Alciati De formula Romani imperij libellus. Accesserunt non dissimilis argumenti, Dantis Florentini Monarchia libri tres. […], stampato a Basilea nell’officina tipografica Ioannis Uporini, nel mese di ottobre del 1559 e custodito nella Biblioteca Comunale “Fabrizio Trisi” di Lugo.
Nei giorni scorsi la Regione aveva infatti contattato l’assessore alla Cultura del Comune di Lugo, Anna Giulia Gallegati, e la direttrice della Biblioteca Trisi, Luciana Cumino, per informarle di essere interessata, nell’ambito delle iniziative di valorizzazione del settimo centenario dantesco, a un volume pubblicato nel Cinquecento, appartenente alle collezioni della Trisi, col desiderio di inserirlo in alcune progettualità previste per i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta.
Il volume in questione contiene Monarchia di Dante Alighieri, un trattato in tre libri di argomento politico, scritto in lingua latina. Alla luce dei timbri stampigliati sul frontespizio del volume si deduce che apparteneva alla Biblioteca del cardinale Francesco Bertazzoli, lughese, il quale faceva parte del Capitolo dei Canonici di Lugo.
Sante Medri nel saggio, La Biblioteca del Cardinale Francesco Bertazzoli, pubblicato nel volume Francesco Bertazzoli, primo Cardinale di Lugo nel 250° della nascita, a cura di Giovanni Baldini e Vittorio Tampieri (Lugo, 2004), afferma che “L’istituzione del Capitolo dei Canonici ricopriva un ruolo di primo piano nell’orientare lo sviluppo culturale della città; si potrebbe citare ad esempio, nella prima metà dell’Ottocento, la nomina di alcuni bibliotecari della Trisi provenienti dal Capitolo […]”.
La Biblioteca del Cardinale per sua espressa volontà testamentaria riunisce le due biblioteche, quella lughese e quella personale che aveva costituito a Roma. Per motivi funzionali i libri provenienti da Roma nel 1830, dopo la morte del Cardinale, furono depositati presso la Biblioteca Trisi; in quel periodo era bibliotecario Bernardino Girri, canonico del Capitolo. In quegli anni forse non si poteva ancora prevedere che dopo qualche decennio, in base alle leggi di confisca dei beni ecclesiastici, la biblioteca sarebbe stata inglobata nelle raccolte della Trisi.
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