RAVENNA. L’opera di Monteverdi in scena in autunno con Accademia Bizantina.
Prima espressione compiuta del melodramma, l’Orfeo di Claudio Monteverdi è “un punto di riferimento per chi come noi continua a credere nel valore culturale e spirituale di questo genere musicale”: parola del maestro Pier Luigi Pizzi, che firma regia, scene e costumi della nuova produzione su cui si lavora al Teatro Alighieri in queste settimane e che vedrà impegnata, sul fronte musicale, Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone e il Coro Costanzo Porta preparato da Antonio Greco. In vista del debutto, previsto per il prossimo autunno nell’ambito della Stagione lirica dell’Alighieri, per il momento le energie si concentrano sulla messa a punto registica e sulla preparazione musicale dei cantanti. Mentre gli spazi del Teatro sono ancora chiusi al pubblico, fino al 5 marzo secondo l’ultimo DPCM, si ottimizzano così i tempi di produzione, preparandosi a tornare in scena con un titolo che, attraverso il mito universale del cantore che scende agli Inferi per ritrovare la propria amata Euridice, affronta il toccante tema della perdita e del distacco da quanto ci è caro. “Ho scelto di raccontare la favola di Orfeo con la massima semplicità – continua Pizzi – La morale insegna che da ogni dura prova si esce rafforzati. È ciò che abbiamo appena vissuto e, attraverso il teatro, riviviamo l’esperienza drammatica cercando di capirne il mistero e raccoglierne un insegnamento”.
L’attività attorno all’Orfeo è la nuova tappa del calendario lavori del Teatro Alighieri, fabbrica di cultura rimasta operosa, in questi mesi, sia con spettacoli destinati allo streaming (è il caso dell’Histoire du soldat di Stravinskij, ancora disponibile su ravennafestival.live fino al 22 aprile) che con titoli che puntano alla seconda metà dell’anno per il debutto con pubblico in sala. Dopo le settimane dedicate a L’isola disabitata di Haydn, una nuova produzione firmata da Luigi De Angelis e che vedrà impegnata l’Orchestra Arcangelo Corelli diretta da Jacopo Rivani, è ora il turno di un altro titolo concepito per la rappresentazione di corte: Claudio Monteverdi compose Orfeo su libretto di Alessandro Striggio per la corte dei Gonzaga, nel cui Palazzo Ducale a Mantova l’opera debuttò nel 1607, dopo l’anteprima presso l’Accademia degli Invaghiti. Già protagonista dell’inaugurazione del Festival dei 2Mondi la scorsa estate, Orfeo viene riadattato per il Teatro Alighieri, dove Pizzi ha scelto di collocare la Bizantina in platea per mantenere in stretto rapporto scena e strumenti, drammaturgia e tessuto musicale.
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