Il prestigioso riconoscimento valorizzerebbe l'intera valle del Montone/Acquacheta
È sicuramente estremamente positiva la notizia dell’approvazione all’unanimità da parte dei consiglieri comunali di Castrocaro Terme-Terra del Sole di una mozione con cui si chiede di avviare un “percorso inclusivo e istituzionale, d’intesa con la Regione Emilia-Romagna, volto allo studio di fattibilità per il riconoscimento dei borghi di Castrocaro Terme e Terra del Sole quale sito italiano patrimonio dell’Unesco”.
Va altrettanto valutato con favore l’impegno del sindaco Marianna Tonellato e della Giunta comunale che hanno già ottenuto da parte dell’ente regionale l’avallo al sostegno della candidatura che dovrà seguire un complesso iter, fino al coinvolgimento dei Ministeri dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
A questo punto dovrà svilupparsi un impegno non solo di carattere istituzionale ma anche di tutte le componenti della società civile, a partire dagli operatori del settore turistico fino alle guide, teso a promuovere ogni iniziativa per far conoscere e valorizzare la storia e le bellezze delle due località. Sarebbe però un errore non considerare l’intero patrimonio paesaggistico, architettonico e culturale dell’intera vallata del Montone, anzi dell’Acquacheta, che, nel corso dei secoli, ha dato “recetto”, per usare un termine dantesco, a Sant’Antonio da Padova, allo stesso Dante Alighieri e che, con i suoi patrioti, nel 1849, ha contribuito al salvataggio di Giuseppe Garibaldi e del maggiore Leggero. Non mettiamo in evidenza tutto questo solo per rafforzare la candidatura nei confronti dell’Unesco, bensì per far meglio comprendere che, nonostante il periodo di grande difficoltà per il turismo, Terra del Sole e Castrocaro Terme sono già mete turistiche di grande interesse, così come lo sono altri paesi della vallata: Dovadola, Rocca San Casciano, Portico di Romagna, Bocconi e San Benedetto in Alpe.
Sarebbe bellissimo che fossero i giovani di queste località a diventare veri e propri ambasciatori dei loro luoghi natii, indicando dove sono conservati, ad esempio, i capolavori dell’arte e raccontandone la storia. Tra questi, solo per citarne due, la “Madonna che offre una pera al Bambino” della chiesina di San Nicolò di Castrocaro, di epoca quattrocentesca, e il Crocifisso trecentesco della Santissima Annunziata di Dovadola.
Marco Viroli e Gabriele Zelli
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