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Servono politici capaci, non imbonitori

Il problema non è di metodo, ma di contenuti

CESENA. Non so quali risultati otterrà, se saranno positivi e se mi favoriranno o meno. Quello che il nuovo governo otterrà potrà essere valutato solo più avanti. Per il momento però Draghi mi piace. Per ora il giudizio può essere espresso soprattutto per la comunicazione e, da quel punto di vista, per quanto mi riguarda, il giudizio è ottimo perché è stato superato il concetto del politico imbonitore. 

Dichiarazione del Prof Mario Draghi al termine del colloqui con il Presidente Sergio Mattarella,al Quirinale.(foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Condivido quello che è stato scritto su Huffington post qualche giorno fa: non eravamo più abituati a un governo che, prima di comunicare, si prenda il tempo di riflettere, analizzare, mediare e misurare la propria comunicazione. Per lo più, la prassi degli ultimi due (forse quattro ndr) lustri almeno è stata quella di costruire una narrazione che assecondasse il “sentiment”, annunciasse risultati, al di là poi dell’effettivo conseguimento del risultato. Sempre vagamente paternalistica e sovente mirata a difendere il proprio operato. 

Una strategia comunicativa ipertrofica, assecondata dal circo massmediatico oramai ingombro di talk-show e sensazionalismo. Invece c’è stata una netta inversione di tendenza nell’interruzione del flusso continuo di esternazioni governative, cosa che ha messo in difficoltà anche qualche giornalista. Invece la nuova strategia di comunicazione del governo Draghi costringe i giornalisti e i commentatori a esercitare la propria professione in modo diverso, secondo Enrico Pazzi con maggiore impegno.

Del resto, il politico non deve essere un imbonitore. In questo senso abbiamo avuto dei veri e propri campioni. Ad aprire le danze è stato Berlusconi, colui che saprebbe vendere ghiaccio agli eschimesi. Ma anche Renzi non si è fatto mancare niente. Pure Conte, pur con uno stile diverso, si è abbeverato a piene mani. Ma non è un’abitudine solo dei premier. Tanti politici si sono iscritti a questo club, a partire da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. In modi diversi hanno adottato lo stile del ‘venditore’ che ha da proporre l’ultima grande occasione della vita. Ma non è solo una questione di stile. Il problema non è tanto di metodo, bensì di contenuti, perché l’esperienza insegna che certi atteggiamenti sono utili in funzione della reputazione del leader charmant, non della soluzione dei problemi. Insomma, in questa fase non c’è spazio per l’invio di messaggi seduttivi.

Resta da capire se e come questo nuovo metodo attecchirà. Alla fine tutto è legato ai risultati. Se saranno positivi si potrà anche auspicare che a una politica allo sbando il nuovo stile possa fornire un modello. Altrimenti i venditori di pentole troveranno terreno fertile, con tutti gli annessi e connessi.

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