Nel silenzio quasi totale il Dragone continua la sua politica espansionistica
CESENA. Ci preoccupiamo di essere invasi da dei migranti che, bene che vada, andranno a raccogliere dei pomodori e non diciamo nulla se la Cina inizia a conquistare i Balcani e punta ad avere uno sbocco sull’Adriatico. Come spesso succede, ci preoccupiamo dello stuzzicadente e non vediamo la trave. La trave è l’ombra della Cina che si allunga sull’Europa passando per il Montenegro. Il Dragone ha usato una tecnica che ormai è collaudata: prestare soldi e poi passare all’incasso se i debiti non vengono onorati.
Il piccolo paese balcanico ha ottenuto nel 2014 un prestito da un miliardo di dollari da Pechino per la costruzione di un’autostrada e ora ha dei grossi problemi per ripagarlo. Per questo ha invocato l’aiuto di Bruxelles, che però ha risposto picche.
Il Montenegro non è il primo paese a finire nelle fauci del debito cinese. Nel 2017 la stessa cosa successe allo Sri Lanka. Anche in quel caso si trattava di un miliardo di dollari per costruire un porto gigantesco del quale il Dragone ha poi ottenuto la concessione per 99 anni. E oggi il porto di Hambantota è uno snodo chiave della Nuova via della seta nell’Oceano Indiano e Pechino vi ha trasferito dei sottomarini da guerra. Situazioni simili sono state vissute anche da Grecia, Pakistan e Malaysia. Ora tocca al Montenegro. Se il paese balcanico non ce la facesse a ripagare il debito i cinesi metterebbero le mani su degli asset. Non si sa quali, ma non è difficile immaginare che quel territorio sia appetibile per i cinesi perché potrebbe dargli un accesso alla costa adriatica. Se poi il paese balcanico entrasse nell’Ue, controllarlo dal punto di vista economico sarebbe un vero affare geostrategico.
È l’ennesima dimostrazione che quella dei cinesi è una strategia geniale: aumentano la propria la propria influenza e vincono “guerre” strategiche, politiche ed economiche senza sparare un solo colpo di fucile. E, passo dopo passo, aumentano il loro peso specifico al di fuori dei propri confini. Questo caso è l’ulteriore tentativo di allargarsi in Europa, tema di vitale importanza forse non tanto per l’immediato, ma per il futuro geopolitico. Peccato, però, che nonostante il tema sia stato trattato da molti organi di informazione, non sia diventato di dominio pubblico anche per colpa della politica che preferisce concentrarsi su altri aspetti.
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