L'analisi di Graziano Gozi, direttore Confesercenti, che allarga la visione ai problemi del territorio
CESENA. Finalmente si può parlare in modo concreto del post pandemia. Graziano Gozi, direttore Confesercenti provinciale Cesenate e Ravennate, analizza la situazione di commercio e turismo.
Il post pandemia (perché vogliamo pensare di essere a questo punto) impone una riflessione sul futuro di commercio e turismo. Da questa tragica situazione c’è chi ne esce senza particolari problemi: parliamo del commercio alimentare. Il commercio al dettaglio non alimentare, invece, potrebbe aver subìto un colpo devastante. Attraversava da tempo una crisi strutturale e la crescita esponenziale delle vendite on line avvenuta durante la pandemia diventa acceleratore di un percorso già delineato. Se da tempo servivano interventi radicali, ora le decisioni sono indispensabili e urgenti. Non sono sufficienti gli sforzi (importanti ed apprezzabili) degli Enti Locali: il malato è grave e l’aspirina non è sufficiente.
I piccoli borghi sono già desolatamente privi di attività commerciali e le città hanno sempre più vetrine spente. Avanti di questo passo, in pochi anni cambierà la fisionomia delle nostre città: non saranno più piacevoli da passeggiare, animate e illuminate come le abbiamo conosciute per centinaia di anni. Un mestiere non più appetibile per le giovani generazioni perché non più gratificante sul piano economico. Vanno stravolte le regole: per esempio abbattendo l’Iva o dimezzando l’Irpef per chi sceglie questa professione.
Ancora diverso il discorso per turismo e pubblici esercizi. La flessione è stata netta sia per alberghi che per bar e ristoranti e diverse imprese sono state costrette a chiudere definitivamente. Tuttavia è un settore molto dinamico e il ritorno alla normalità che stiamo vivendo sta rendendo evidente la voglia di uscire e di socialità delle persone, che si traduce in aperitivi, pranzi, cene e vacanze. Un settore, quindi, che raggiungerà rapidamente i consumi pre pandemia e a mio avviso proseguirà nella crescita. Per proiettare i nostri territori nel futuro, rendendoli realmente competitivi e capaci di vincere la sfida in campo turistico, sono urgenti interventi infrastrutturali. Solo per fare alcuni esempi, la E45 ed i collegamenti per Ravenna sono in condizioni disastrose; la secante di Cesena è un’opera incompiuta; l’aeroporto di Forlì ha pessimi collegamenti stradali con il territorio. Imprese e Associazioni faranno la loro parte ma Istituzioni e Politica devono rimboccarsi le maniche e colmare ritardi di anni.
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