Tre voci fondamentali per le scelte urbanistiche
CESENA. Il futuro sarà delle città sostenibili, integrate, rigenerate. È questa la strategia lanciata dall’Unione europea per raggiungere l’obiettivo che si è data: diventare un continente “climate-neutral” entro il 2050. Lo ha scritto Huffingtonpost nei giorni scorsi, che poi ha aggiunto: oltre un terzo delle risorse previste dal Next Generation EU sarà destinato a programmi legati alla tutela del clima e alla rigenerazione urbana e industriale. E ha puntualizzato: tra i Recovery Plan presentati, Spagna e Portogallo hanno dedicato la parte centrale dei loro programmi proprio a progetti di rigenerazione.
Un messaggio forte e chiaro. Il mittente non era certo il Comune di Cesena. Ma è facile pensare che negli uffici dell’Urbanistica di palazzo Albornoz a qualcuno siano fischiate le orecchie. O, forse, c’è chi ha brindato. Perché tutto lascia credere che sostenibilità, integrazione e rigenerazione saranno le parole d’ordine del piano urbanistico che Cesena si appresta a presentare. Non fosse così sarebbe un guaio.
Del resto di rigenerazione si parla da tempo essendo sempre stata la filosofia di Orazio Moretti, assessore che ha gestito l’Urbanistica nei dieci anni della sindacatura Lucchi. Essendo consapevole che in città ci sono molte zone nate negli anni Settanta (ad esempio il Campino dell’Oltresavio) Moretti era convinto che lo sviluppo di Cesena potesse passare proprio dalla riqualificazione di quelle aree. Per quello fu un precursore di una politica urbanistica che adesso è sulla bocca di tutti.
Molto passerà anche dalla premialità, leggesi indici edilizi. Riqualificare puntando su soluzioni ecocompatibili permetterà di aumentare la cubatura dello stabile. Una soluzione giusta, ma senza esagerare. La premialità non dovrà essere esagerata. Ma l’impressione è che a nessuno a Cesena sia passata nemmeno lontanamente l’idea di dare il via libera a torri di circa una decina di piani. Quelle che ci sono bastano e avanzano.
Questo post è stato letto 144 volte