Poi finisce che ci preoccupiamo dello stuzzicadente e non vediamo la trave
CESENA. La quotidiana lettura dei giornali è un rito irrinunciabile. Nonostante non si producano endorfine come durante uno sforzo fisico si può andare in “scimmia” per un’assenza più o meno prolungata. Poco conta che non sempre l’offerta sia proprio quella desiderata. Il riferimento è alla scelta della notizia. Oggi, ad esempio, potrebbero aver meritato più spazio due notizie: il via libera al farmaco contro l’alzheimer, la carenza dei microchip.
Nel primo caso è una notizia nuova. Ancora è per esultare perché è solo il primo passo di una battaglia storica, ma pare si sia imboccata la direzione giusta. La seconda non è una novità in assoluto. Se ne parla da alcuni mesi ed è reale il rischio che la scarsa disponibilità di microchip possa minacciare la ripresa post pandemia essendo un problema che assilla le imprese di tutto il mondo. E non è un caso se oggi Il Sole 24Ore, principale quotidiano economico italiano, gli dedichi un taglio medio a due colonne in prima pagina dove sottolinea che la carenza si protrarrà fino a metà 2022.
Inoltre c’è un’altra notizia che forse meriterebbe più spazio o maggiori approfondimenti. Come nel caso delle ricalibrature geopolitiche che non è una brutta parola, ma la fotografia di quello che potrebbe essere l’equilibrio continentale nel futuro più o meno immediato. In questo senso c’è un attivismo russo-cinese mirato a conquistare sbocchi sul mare. I cinesi si sono mossi da tempo. In passato hanno messo le mani sul Pireo (Grecia). Adesso stanno allungando i tentacoli sul Montenegro che difficilmente riuscirà a pagare il debito sottoscritto coi cinesi. Lo stesso sta facendo con la Moldova che geograficamente non ha sbocchi sul mare e quindi porti. Ma, di fatto, c’è lo scalo di Giurgiulesti – accessibile alle navi del Mar Nero – attraverso il Danubio. Pare possa continuare il suo sviluppo e diventare una piattaforma logistica con un business park che consenta alle aziende cinesi di accedere ai mercati europei ed eurasiatici. Adesso le grandi manovre riguardano Salonico. Lo scalo greco è finito sotto il controllo di Ivan Savvidis, oligarca ellino-russo già deputato alla Duma. Lo scalo è centrale per le dinamiche eurobalcaniche. Nell’operazione, con una quota minoritaria, ci sono anche i cinesi.
Se consideriamo che il trasporto marittimo ha svolto e continua a svolgere un ruolo di primo piano nel processo d’integrazione dell’economia mondiale. L’evoluzione produttiva intervenuta nel settore del trasporto marittimo ha reso possibile ed economicamente vantaggioso lo spostamento di enormi quantità di beni finiti e semilavorati, materie prime e prodotti agricoli su distanze oceaniche. I porti quindi agiscono quale catalizzatori delle attività economiche ad essi collegate e concorrono a determinare i successi o gli affanni delle imprese, generando effetti di creazione e redistribuzione del reddito. Nello stesso tempo possono essere una sorta di testa di ponte per inserirsi in territori commercialmente appetibili come l’Europa e in questo senso va visto lo sforzo delle potenze dell’Est, in particolare della Cina che è alla ricerca anche di una soluzione alternativa alla via della seta.
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