RAVENNA. Lunedì 14 giugno, ore 21.30, alla Rocca Brancaleone per i giovani Mendelssohn, Ligeti e Debussy.
Nella lista di cose da fare prima dei trent’anni, Mendelssohn, Debussy e Ligeti hanno senza dubbio inserito la sfida del Quartetto, la forma musicale perfetta, in cui si tempra la capacità di scrittura a più voci di ogni compositore. Ma anche i musicisti del Chaos String Quartet – età media 30 anni – hanno deciso di dedicare la propria energia all’arte del Quartetto. Giovani di oggi che interpretano giovani compositori di ieri, tra Otto e Novecento: l’alchimia anagrafica prende forma alla Rocca Brancaleone, dove il 14 giugno il Chaos String Quartet – che già nel nome professa la volontà di seguire un percorso libero da standard predefiniti – propone il Quartetto op. 13 di Felix Mendelssohn (partorito a 18 anni, pochi mesi dopo la morte di Beethoven), il Primo Quartetto “Métamorphoses nocturnes” composto da un György Ligeti ancora trentenne e l’unico Quartetto scritto da Claude Debussy, anche lui attorno ai trent’anni. Il concerto è realizzato in collaborazione con la Scuola di Musica di Fiesole – Ecma (European Chamber Music Academy).
Il diciottenne Felix Mendelssohn conobbe gli ultimi Quartetti di Beethoven attraverso le partiture della fornitissima biblioteca del padre Abraham: “Hai visto i suoi nuovi Quartetti? – scrive l’entusiasta Felix a un amico svedese – Cerca di conoscerli, per favore!”. Beethoven muore il 26 marzo 1827. E nell’ottobre dello stesso anno Mendelssohn termina il suo secondo Quartetto in La minore op.13, dove emerge nitido il desiderio di confrontarsi con la fresca eredità beethoveniana. Anche il compositore ungherese György Ligeti nel 1953 si deve confrontare con un altro pesantissimo retaggio, quello di Béla Bartók, scomparso otto anni prima: il suo primo Quartetto per archi, sottotitolato “Métamorphoses nocturnes”, vede la luce poco prima della sua burrascosa partenza dall’Ungheria. Il compositore György Kurtág lo definirà “il settimo quartetto di Bartók”, per sottolineare come, a soli trent’anni, Ligeti fosse già stato in grado di innestarsi in quel grande lascito. Debitore dei maestri è anche Claude Debussy, che nel 1893 completa il suo unico Quartetto, quello in sol minore op. 10, sotto l’influenza di Ernest Chausson, liberando quella sensualità e quegli improvvisi cambiamenti di tonalità che segneranno il divorzio dalle regole dell’armonia classica.
Il Chaos String Quartet si è formato nel 2018 unendo i destini e gli studi internazionali di quattro giovani musicisti: Susanne Schäffer, Eszter Kruchió (violini), Sara Marzadori (viola) e Bas Jongen (violoncello). Il loro motto è preso in prestito direttamente dal Così parlò Zarathustra di Nietzsche: «Bisogna avere un caos dentro di sé, per generare una stella danzante». Con questo approccio, il Chaos ha iniziato un percorso che trascende ogni barriera e si spinge oltre ogni limite espressivo. Nonostante la recentissima formazione, il Quartetto ha già vinto l’edizione 2020 dell’11° Premio Internazionale “Vittorio Rimbotti”, distinguendosi anche come “The most convincing newcomer ensemble 2020” nell’ambito del 65° Chamber Music Campus della “Jeunesse Musicales International”. Nel 2019 è stato selezionato per il prestigioso European Chamber Music Master Programme e a novembre 2020 ha debuttato al Festival Wien Modern. Nel 2022 la formazione è stata invitata ad esibirsi al prestigioso Heidelberger Streichquartettfest.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org Biglietti: posto unico numerato 20 Euro, under 18 5 Euro. L’appuntamento è in streaming su ravennafestival.live
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