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Sugli aeroporti la Romagna si gioca molto

Dopo il flop sulla E45

CESENA. Il futuro della Romagna passa dagli aeroporti. Un accordo per rendere complementari gli scali di Forlì e Rimini sarebbe propedeutico per la creazione di un patto di territorio che porterebbe alla creazione del sistema Romagna. Se invece ognuno andasse per conto suo significherebbe che quella dei campanili continuerebbe ad essere una barriera ancora insuperabile.

Eppure la Romagna ha bisogno di fare squadra. Cosa che non è stata fatta sulla E45 sulla quale hanno pesato le frenate di Bologna, ma anche il mancato supporto di Rimini. E così non è stata potenziata un’arteria strategica che avrebbe potuto far diventare soprattutto l’asse Cesena – Forlì – Ravenna alternativo a Bologna con evidenti vantaggi che avrebbero potuto avere ricadute positive su tutto il territorio. 

Lo stesso dicasi per gli aeroporti. Ha ragione Maggioli, presidente di Confindustria Romagna, quando parla di due piste. Se Rimini e Forlì fossero complementari qualche prurito verrebbe anche a Bologna che invece fino ad ora ha guardato tutti dall’alto in basso. Chi pare debba capirlo non sono le strutture operative, ma la politica. In particolare quella riminese. Il messaggio invece sembra essere stato recepito da quella di Forlì-Cesena e Ravenna. 

Superata la prima barriera (forse era la più difficile) ora le due province devono fare un ulteriore passo in avanti per elaborare una proposta che valorizzi il territorio. Fino ad ora si è parlato di navette. Ed era giusto farlo perché bisogna fare in modo che il Ridolfi sia collegato ai territori. Ma quelle sono utili in particolare per quanto riguarda il trasporto dei turisti che, per la maggior parte, sono diretti in Riviera. Ma per crescere lo scalo forlivese dovrà essere utilizzato a pieno regime per 365 giorni all’anno. Ed allora bisogna evitare che da Forlì i passeggeri siano solo di passaggio. A Bologna l’aumento dei passeggeri ha portato ad un incremento delle presenze turistiche in città. Quindi una simile ricaduta ci potrebbe essere anche per Forlì, Cesena e Faenza. Ma nulla si ottiene per grazia ricevuta. Per trattenere le persone sul territorio serve una proposta che dovrebbe essere il più integrata possibile. 

Perché, come ha detto Antonio Patuelli, presidente Abi, a “Salotto blu” (Videoregione): La Romagna ha qualità della vita, ambiente e giacimenti culturali unici nel panorama europeo, dinamicità imprenditoriale e attitudine storica alla integrazione di culture ed esperienze diverse. Chi viaggia sa quanto la Romagna sia apprezzata ma sa anche quanto oggi la differenza venga fatta da infrastrutture e velocità di spostamento. E’ su questi campi che si gioca la partita.     

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