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Il vescovo scrive ai turisti: ora arriva il Bello

C'è anche l'invito ad abbandonare atteggiamenti di sfruttamento consumistico

CESENA. In avvio di periodo estivo, il vescovo della Diocesi di Cesena Sarsina, monsignor Douglas Regattieri, ha scritto una lettera ai turisti e ai vacanzieri che nei prossimi mesi sceglieranno i nostri luoghi di villeggiature per un periodo di ferie. Di seguito il testo dell’indirizzo di saluto.

Cari fratelli e sorelle turisti e vacanzieri,

viviamo un tempo di ripresa, o meglio di rigenerazione. Non si tratta di ritornare a essere come eravamo prima; anzi dobbiamo essere diversi, perché cambiati dall’esperienza della pandemia. Si tratta di introdurre nella nostra vita qualcosa di nuovo e di diverso. Per questo l’estate che è alle porte si prospetta come un tempo propizio. Ci aiutano in questo anche gli uffici pastorali dei vescovi italiani con la campagna “Ora viene il Bello!”. È la possibilità di riprendere il respiro della vita attraverso percorsi di positività che avranno nella Bellezza, in tutte le sue forme possibili e immaginabili, il punto di forza.

La Bellezza: il nostro pensiero di romagnoli attaccati alla loro terra corre subito al mare, alle spiagge di Cesenatico, di Gatteo Mare. Corre ai monti, al Fumaiolo, all’eremo di sant’Alberico; corre pure alle nostre città, ai paesi e ai borghi così suggestivi; corre alle nostre chiese e ai santuari disseminati su tutto il territorio. Un tempo di svago e di riposo è necessario: per l’equilibrio della nostra psiche, per il benessere del nostro corpo e, diciamolo pure, anche per l’economia del nostro territorio così provata in questo tempo di pandemia.

Douglas Regattieri, vescovo di Cesena Sarsina

Benvenuti in Romagna e nella nostra Diocesi, fratelli e sorelle turisti e vacanzieri. Contribuiscano questi giorni, pochi o tanti che siano, a riscoprire anche la dimensione religiosa: la preghiera, la Messa, momenti di confronto con qualche sacerdote, la confessione. Ma siano anche giorni in cui assumere uno sguardo contemplativo nei confronti della realtà, della natura, del paesaggio che ci circonda. La custodia del creato ci obbliga ad abbandonare atteggiamenti di sfruttamento consumistico e di mancato rispetto del dono della natura. Ripropongo quanto papa Francesco ci ha indicato nella Laudato si’: «Come mai prima d’ora nella storia, il destino comune ci obbliga a cercare un nuovo inizio. Possa la nostra epoca essere ricordata per il risveglio di una nuova riverenza per la vita, per la risolutezza nel raggiungere la sostenibilità, per l’accelerazione della lotta per la giustizia e la pace, e per la gioiosa celebrazione della vita. Quando siamo capaci di superare l’individualismo, si può effettivamente produrre uno stile di vita alternativo e diventa possibile un cambiamento rilevante nella società» (nn. 207-208). Con questi pensieri salutiamo il vostro arrivo e la vostra permanenza. Con le parole del Vangelo vi invito ad alzare lo sguardo e a guardare «gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? (…) Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro» (Mt 6, 26-29). Buona vacanza.

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