Oltre cento i presenti che hanno seguito Gabriele Zelli
La camminata in campagna promossa dal Circolo ACLI, di cui è presidente Walter Neri, e dalla Comunità Parrocchiale di Magliano, in occasione della festa di San Giovanni, ha consentito di scoprire luoghi poco conosciuti della località e ascoltare storie non note o inedite lungo le vie Maglianella, Fontanacce e Farazzano, che hanno interessato e coinvolto il numeroso pubblico presente. A partire da via Maglianella che Gabriele Zelli, animatore della serata, ha definito una delle più belle di Forlì per la presenza di enormi tigli sul piazzale della chiesa, di ottimi vigneti con a capo di ogni filare delle piante di rose, di alberi secolari nel podere “Valle” e di una vecchissima siepe di biancospino.
I partecipanti hanno scoperto perché una delle vie percorse si chiama “Fontanacce”; nome dato dalla presenza di un’antica fontana, tuttora esistente, dalla quale un tempo sgorgava in modo copioso acqua potabile, che proveniva da una falda sotto un ampio strato di ghiaia che si estendeva per tutta la collinetta che sovrasta la via Bidente. Negli anni del dopoguerra la zona fu sede di una cava per l’asporto di ghiaia che ha compromesso la bontà dell’acqua e limitato la portata della sorgente. La fontana vera e propria è stata costruita dalla proprietà dei terreni, la famiglia Mazzoni, per consentire di abbeverare le mucche allevate dalle due famiglie che a mezzadria conducevano i poderi vicini. Nel 1945 fu realizzato un laghetto per una più ampia raccolta d’acqua che serviva per irrigare i campi e gli orti limitrofi. Lo specchio d’acqua, molto più ampio e profondo dell’attuale stagno, veniva utilizzato dalle donne delle case vicine per lavare i panni; esse vi accedevano portando i panni con le carriole dentro grandi bacinelle.
Nel tempo, specie dopo lo sbancamento della ghiaia, l’acqua non risultò più potabile, come poi tutte le acque dei pozzi della campagna maglianese per i noti fenomeni di inquinamento. Dopo l’abbandono delle case poderali la fontana e il pozzo non furono più curati e si arrivò presto allo stato di semiabbandono attuale.
I partecipanti alla camminata sono passati successivamente ai margini dell’antico bosco di Farazzano. Quindi hanno potuto visitare la chiesa di San Paterniano, annessa alla villa Mazzoni, e il parco che attornia la dimora ottocentesca, entrambi posti su un piccolo poggio sulla destra della strada che conduce a Meldola. La villa fu acquistata da Alessandro Mazzoni (1804-1882) dalla famiglia Vassalli, di origini lombarde, imprenditori nel campo della lavorazione della seta, verso il 1850, tempo in cui a Meldola era fiorente l’allevamento del baco da seta. L’edificio è formato da un corpo centrale su tre piani e due ali di due piani. Un tempo conservava due famose tele dipinte da Pompeo Randi (1827-1880): “Dante ambasciatore presso Scarpetta Ordelaffi”, in questo periodo in mostra ai Musei San Domenico nell’ambito della mostra “Dante. La visione dell’arte”, e “Marzia degli Ubaldini alla difesa di Cesena”.
Terminata la camminata, presso il piazzale della chiesa, la serata è continuata in un clima mite e cordiale, con gli oltre cento presenti che hanno potuto gustare frutta di stagione e ricevere in omaggio copia del libro “Nei meandri del fiume Ronco. Itinerari: Magliano – Ronco e Selbagnone – Ronco” di Gabriele Zelli, fotografie di Fabio Casadei, Edit Sapim 2021, ottimamente stampato dalla Tipografia Valbonesi di Forlì.
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