Secondo Lelli (Agci) le priorità sono altre
CESENA. Bene, ma non benissimo. Il progetto Città Romagna con l’ipotesi di una stazione ferroviaria nuova lanciato da Confindustria Romagna è considerato una buona base di partenza, ma c’è chi non lo appoggia in pieno. Uno di questi è Renato Lelli, vice presidente regionale A.G.C.I. E no ha tutti i tori quando sostiene che la proposta di Confindustria è innovativa, ma futuribile. Va bene guardare in avanti, ma non bisogna arrivarci spoompati.
I due elementi di fondo che guidano ogni altro ragionamento – patrimonio comune acquisito non solo dagli industriali – è che occorre ragionare di Romagna come entità unica, uscendo dalla logica dei campanili, che penalizzano il territorio danneggiando le singole entità che lo compongono. Solo un equilibrio ed un progetto comune tra tutte le singole città di quest’area che valorizzi le particolarità e gli elementi che caratterizzano ogni territorio, è l’elemento che garantirà anche in futuro un tessuto sociale ed economico solido.
La Romagna intera è pari ad un quarto del territorio complessivo e del totale della popolazione della Regione, a cui corrisponde uno svantaggio infrastrutturale evidente e documentato rispetto ad altre realtà, proprio per questa caratteristica di non saper fare squadra. Esempi evidenti di questo l’assenza di un collegamento adeguato tra Cesena e Forlì (la cosiddetta “via Emilia bis” ed il lotto zero della secante di Cesena) la cui mancanza è un danno per tutti, così come i lavori di adeguamento della E45/E55 che pur finanziati stanno procedendo con una lentezza esasperante; su quest’ultimo asse dopo una fiammata ed una attenzione di tutte le istituzioni, associazioni ed enti al momento del blocco del viadotto Puleto, l’interesse e la spinta si è via via affievolito, salvo quello dei singoli Enti Locali direttamente toccati dalla strada.
Le stesse difficoltà che ancora persistono alla nascita di una Camera di Commercio unica della Romagna, quando le diverse associazioni da tempo si sono riorganizzate su questo livello territoriale, sono la dimostrazione palese di come sia difficile passare dalle parole ai fatti. Oggi nel momento in cui l’intero Paese è chiamato ad uno sforzo imponente di cambiamento, favorito anche dall’ ingente mole di risorse che l’Europa ci mette a disposizione, o la Romagna tutta fa gioco di squadra o è destinata ad una marginalità. La nostra è un’area metropolitana diffusa che in quanto tale deve affrontare i problemi ed individuare soluzioni comuni, quindi ben vengano proposte ed idee innovative secondo questa logica. Oggi che le forze politiche si ritrovano con una ridotta capacità di mantenere quella che era una funzione storica, ossia quelle di essere centri di elaborazione e fucine di idee, in grado poi di trasformare le proposte in progetti portati avanti da chi è chiamato a governare, una supplenza utile può essere esercitata da altri soggetti, tra cui associazioni economiche e sociali e dalla Università. Proprio l’università attraverso le facoltà diffuse nelle diverse città del nostro territorio, i corsi di laurea esistenti e quelli innovativi che è necessario mettere in piedi per assicurare una formazione qualificata alle nuove attività che a breve prenderanno piede, è lo strumento per la riqualificazione di lavoratori in settori destinati ad un rapido declino, ed ha una funzione ed un compito fondamentali per costruire tutti assieme questo progetto di crescita.
Nel merito della proposta, da approfondire per taluni aspetti, pensare che l’alta velocità possa interessare anche la nostra area geografica in quanto parte del corridoio Adriatico è cosa ovvia: potenziare, ammodernare e velocizzare le infrastrutture anche ferroviarie è fondamentale e l’idea va studiata e soppesata in tutte le sue parti per arrivare a definire un progetto vero e proprio. Intanto però, sapendo che passare da un’idea ad un progetto finanziato comporta un lungo lasso di tempo, completiamo la metropolitana di costa da Riccione a Ravenna, chiudiamo i tanti passaggi a livello esistenti sulla linea, assicuriamo un collegamento rapido e continuo con Bologna. In questo modo l’accessibilità verrà comunque migliorata a beneficio sia del porto di Ravenna che dell’intero comparto turistico della nostra riviera. E soprattutto il comparto turistico, colpito in maniera pesantissima dalla pandemia, elemento fondamentale dell’economia del nostro territorio, ha bisogno in tempi rapidi di spinte innovative ed interventi concreti che facilitino i collegamenti anche attraverso mezzi alternativi alle automobili. Noi, anche attraverso le nostre Cooperative, ci siamo.
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