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Perché investire in alberi conviene

Bisogna andare oltre le aree verdi

CESENA. Città più verdi e sostenibili, è questo il futuro. Se un tempo l’ambientalismo poteva (a torto) essere considerato una moda, adesso non solo è una necessità, ma è fondamentale. Ora non è più utopistico immaginare meno cemento, in scuole, ospedali, parcheggi. Mentre è possibile ipotizzare foreste in città, veri e propri boschi con alberi di diverse specie, fauna, arbusti, piantati ovunque sia possibile, dalle aree di periferia abbandonate fino alle facciate dei palazzi. Perché il verde al quale siamo abituati, i giardini e i viali alberati, non bastano più. Servono grandi superfici foglianti per contrastare l’inquinamento. 

Oggi se ne è occupata repubblica.it titolando “Foreste di città. Perché investire in alberi conviene a tutti”. Poi sottoliena che non è un caso che, dopo decenni di errori e miopie, per la prima volta nella storia un governo italiano abbia stanziato fondi per piantare alberi nelle grandi aree urbane. Stanno per essere assegnati e sono i 30 milioni del decreto clima. Ai quali si aggiungeranno 300 milioni del Recovery fund destinati allo stesso scopo, per sei milioni di nuovi alberi che cambieranno il volto delle città italiane. Nello stesso tempo il quotidiano online cita i casi simbolo di Prato, con la sua giungla urbana, e due metropoli: Torino e Milano dove si lavora su grandi parchi e depavimentazione delle piazze.

 

Insomma si rafforza la convinzione che l’investimento del futuro stia nel mezzo al tempo stesso più efficace e più economico per ripulire l’aria: l’albero. Bene quindi ha fatto Cesena a prevedere il bosco urbano nell’area verde in via Michelangelo. La speranza però è quello sia un punto di partenza e non di arrivo. E’ vero che Cesena è una città dove ci sono molte piante, ma è altrettanto vero che i livelli di inquinamento continuano ad essere alti. Ed allora serve intervenire, soprattutto per quanto riguarda piazze e parcheggi. E’ arrivato il momento di dire basta alla cementificazione selvaggia per quanto riguarda le aree di sosta. Ci sono parcheggi dove le piante messe a dimora almeno tre lustri fa non riescono a crescere perché ingabbiate da una colata di cemento e asfalto. E non ci si può fermare di fronte al rischio di perdere qualche stallo.

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