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Che futuro per Lega e Pd?

Intanto è alle porte il Vietnam parlamentare

CESENA. Domani parte il semestre bianco, periodo che precede l’elezione del nuovo presidente della Repubblica e durante il quale non possono essere sciolte le Camere. Quindi non è escluso che parta il Vietnam parlamentare. Perché la tagliola di non poter sciogliere le Camere da parte del Capo dello Stato non autorizza i partiti a buttar giù governi non temendo il voto, ma anche stavolta i sei mesi vengono interpretati con la logica dell’imminente far-west parlamentare pronto ad abbattersi sulle decisioni dell’esecutivo. Una sorta di tana libera tutti dove ogni partito della maggioranza si sente libero di alzare l’asticella e di condurre campagne elettorali – amministrative e suppletive – sparandosi addosso. Ma, secondo il Messaggero, Draghi è certo che il governo non rischi. La convinzione del presidente del Consiglio scaturisce forse non tanto da un’interpretazione corretta del principio costituzionale, ma anche dal fatto che nel semestre bianco entra una maggioranza molto ampia dove il peso marginale di ogni partito è molto ridotto se non nullo. 

Però il livello di litigiosità rischia di aumentare rispetto a quello attuale che, di per sé, è già alto. Questo anche perché all’interno della stessa maggioranza convivono forze che sono agli antipodi: Lega e Pd. Una volta D’Alema disse che la Lega è una costola della sinistra. In effetti il partito che allora era guidato da Bossi al nord rubò molti elettori alle formazioni eredi del Pci. Ed allora una certa vicinanza era normale. Ma, col passare del tempo, fra le due formazioni si è scavato molto più di un fossato ed ora sono su posizioni diametralmente  opposte. Ma, stando così le cose, come possono convivere sotto lo stesso tetto? Quanto potrà durare? Con quali effetti?

Ne ho parlato con un amico che di politica ci capisce e la sua chiave di lettura mi convince. Ritiene la coabitazione una contraddizione in termini e che reggerà fino all’elezione del presidente della Repubblica e poi esploderà. Ma, ritiene, che ci sia una differenza di fondo. La Lega sta costruendo il futuro: l’alleanza con Forza Italia che sarà decisiva per qualunque scenario politico. Il Pd invece non sta costruendo quasi nulla. Soprattutto perché è ancorato al complicato rapporto coi 5Stelle dal quale rischiano di non nascere accordi nazionali e locali, a parte qualche caso isolato. Letta invece farebbe meglio a lanciare una costituente della Sinistra aperta a tutti, anche a coloro che sono pronti ad andarsene da Renzi. Invece l’attuale segretario Dem che, secondo il mio amico, al festival de l’Unità era scarico, cerca di stare sul pezzo della quotidianità, ma non  ha un’idea del futuro. E se ce l’ha è comunque limitata. Cosa che invece pare aver capito Bonaccini.

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