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In ricordo dell’artista Sauro Rocchi



Nella foto Sauro Rocchi insieme a Elio Santarelli e Ettore Nadiani


L’8 agosto 2021 è deceduto l’artista forlivese Sauro Rocchi. Come da suo desiderio la notizia della morte è stata diffusa dopo il funerale. In uno scritto del 2009 raccontò, in modo estremamente condensato, la sua vita e l’attività di litografo e di disegnatore. Per ricordarlo ai tanti amici e estimatori si pubblicano le sue parole, con la consapevolezza che si dà conto solo in parte della mole di lavoro effettuato per valorizzare i luoghi, gli edifici e i monumenti di Forlì e della Romagna.
Ecco cosa scrisse Sauro Rocchi di sé: “Nasco a Forlì… targato Schiavonia, il 19-02-1927, da modesta famiglia operaia. Frequento l’Istituto Tecnico Industriale “Guglielmo Marconi” senza pervenire al diploma di Perito meccanico causa la guerra in atto negli anni ’40.
Dedicatomi all’attività commerciale della famiglia genitoriale, intraprendo poi la professione di Rappresentante di Commercio e, insieme a mio fratello, costituiamo una importante Agenzia con deposito per conto di primarie Industrie Alimentari e Dietetiche che ha operato sull’intero territorio romagnolo,
Precocemente pensionato a 50 anni, causa un grave problema cardiaco, mi dedico alla coltivazione di un hobby già benevolmente pronosticatomi dallo scultore nonché insegnante Giuseppe Casalini ai tempi della mia frequentazione del suo studio. Così, con l’esperienza e la capacità di un modesto autodidatta, incomincio a riprendere bozzetti di scorci, di angoli e di edifici della nostra Forlì per poi svilupparli e definirli in adeguate dimensioni utilizzando le scarse tecniche da me conosciute. Realizzo in questo modo diversi quadretti ad uso delle pareti di casa mia, casualmente notati dall’amico Armando Piolanti (rilegatore di libri in via Cobelli e appassionato d’arte e di cultura locale), il quale mi richiede alcune tavole da litografare per suo piacere personale o per omaggiare amici o clienti suoi. Da allora (1980) ho continuato in quella attività, sempre più richiestami e sempre a titolo gratuito fin quando, nel 1984, ancora Piolanti combina un incontro con il Vittorio Mezzomonaco, allora direttore degli Istituti Culturali cittadini, col quale pubblico il primo volume: “C’era una volta la via Bagnola”.
Il libro, edito da Piolanti, riscuote un buon successo. Le litografie, omaggiate in occasione della rimpianta denominata “Una dmenga a ca’ nosta”, cominciano a girare fuori dai nostri confini comunali e vengono affisse alle pareti di molti forlivesi all’estero.
A Roma, i soci della “Fameja Rumagnola” gradiscono molto quelle immagini della loro “Furlè” e sarà per quel benemerito Comitato che, nel 1984, l’allora Presidente Francesco Cossiga firmerà l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Repubblica Italiana:
A quel libro, “C’era una volta la via Bagnola” ne seguiranno altri 13 per una tiratura complessiva di oltre 16.000 pezzi, quasi tutti ideati e tutti illustrati da me, e volutamente sempre scritti da illustri nostri concittadini come: Giuliano Missirini, Flavia Bugani, Elio Santarelli, Sanzio Zoli, Chiara Mazza, Roberto Balzani, Piero Ghetti. Nell’opera di valorizzazione di una buona parte di questi volumi è stata importante l’opera di Gabriele Zelli.
Nel 2007 conobbi  Pierluigi Moressa con il quale si diede alle stampe tre “Guide Storico Artistiche” (Forlì, Cesena e Ravenna) edite da Massimo Foschi. Negli stessi anni, e quasi sempre a mio carico, verranno stampate 15.000 ‘cartellette’ con 4 litografie (25×35) ciascuna e 5.000 confezioni di cartoline, per un totale di 36,000 pezzi fra libri, cartelle e contenitori di cartoline.
Intanto, nel 2004, il Presidente Carlo Azeglio Ciampi firmerà l’ulteriore nomina a Ufficiale dell’ Ordine della Repubblica.
Attualmente (2009 ndr), dopo l’uscita del mio “Album”, dove si riassume in qualche modo il mio percorso diciamo … artistico-culturale, anche dal Presidente Giorgio Napolitano ricevo la notizia che mi è stata conferita la prestigiosa insegna di Commendatore dell’Ordine della Repubblica Italiana. Ora, sarà perché non ho mai lucrato una moneta, sarà perché ho sempre rifiutato le mostre-mercato, sarà perché ho distribuito tutto quanto sopra per il mio solo piacere personale nella auspicata convinzione che le mie riproduzioni costituiscano materiale di rimembranza e di confronto per le prossime generazioni di forlivesi, mi conforta solo il supporre che coloro che godono di meritati titoli Accademici non abbiano a ritenere ingiusta la non ricercata modesta notorietà”.

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