BAGNACAVALLO. Sabato 11 settembre, alle 18, all’ex convento di San Francesco di Bagnacavallo sarà inaugurata la mostra Il rituale del serpente. Animali, simboli e trasformazioni, a cura di Viola Emaldi e Valentina Rossi.
L’esposizione collettiva, promossa dal Comune di Bagnacavallo in occasione della Festa di San Michele 2021 e organizzata dal collettivo Magma, include opere di Mark Dion, Bekhbaatar Enkhtur, Valentina Furian, Claudia Losi, Marco Mazzoni, Marta Pierobon, Luigi Presicce, Lorenzo Scotto di Luzio, Dana Sherwood, Filippo Tappi, Davide Rivalta, Emilio Vavarella. La mostra sarà visitabile fino all’8 dicembre.
«Il rituale del serpente – spiegano le curatrici – nasce da alcune riflessioni intorno all’opera d’arte simbolo dell’identità culturale di Bagnacavallo: l’incisione San Girolamo nello studio di Albrecht Dürer, datata 1514 e conservata presso il Museo Civico delle Cappuccine, che raffigura il Santo insieme al leone che aveva portato con sé di ritorno dall’eremitaggio nel deserto, dopo averlo ammansito togliendogli una spina dalla zampa. Proprio da quest’opera parte la riflessione sulla mostra, per indagare attraverso l’arte contemporanea l’attualità della simbologia, se e quando è ancora presente, che accompagna il legame tra uomo e animali ed esplorare il modo in cui oggi gli artisti visivi sentono ed esprimono questo particolare rapporto di convivenza tra specie alla luce della “dominazione” consumistica e autodistruttiva dell’essere umano su cui è senza dubbio necessaria una riflessione.»
Il titolo Il rituale del serpente riprende l’omonimo libro di Aby Warburg, che raccoglie una conferenza tenuta dallo studioso nella casa di cura Kreuzlingen nel 1923. Warburg nella sua digressione evoca il terrore primitivo del serpente, l’animale che forse più di ogni altri attiva una carica fobica in tutti gli altri esseri viventi, compreso l’uomo. Questo stesso impulso, del tutto naturale, ci suggerisce di non distinguere l’uomo in quanto specie “differente”, sebbene agisca secondo logica e capacità di astrazione particolarmente complesse.
«La mostra – proseguono Viola Emaldi e Valentina Rossi – è da intendersi come una costellazione di opere che indagano l’essere animale, partendo dai simboli e dalla loro interpretazione iconografica e iconologica, passando per il pensiero scientifico, fino allo slittamento dall’epoca dell’Antropocene – concetto nato negli anni Ottanta e poi formalizzato dal Premio Nobel per la Chimica Paul Crutzen all’inizio degli anni Duemila – a quella del Chthulucene, termine coniato da Donna Haraway nel 2016 per indicare un tempo di crisi ecologica in cui tutto è interconnesso e in cui per sopravvivere è necessario imparare l’arte della coesistenza tra specie.
Gli animali hanno sempre fatto parte dell’immaginario artistico, nella cultura occidentale come in quella orientale, a partire dalle loro primissime rappresentazioni – le pitture rupestri paleolitiche dove i soggetti più comuni, insieme alle impronte umane, sono i grandi animali selvaggi – fino a diventare negli ultimi decenni opere d’arte essi stessi attraverso la propria presenza fisica, dallo squalo tassodermizzato di Damien Hirst alle api e al cane dalla zampa rosa che vagano nei mondi elaborati da Pierre Huyghe. Il percorso espositivo intende evidenziare come la ricerca contemporanea abbia continuato a portare avanti, ovviamente con gli opportuni indici di differenziazione, un’arte che spesso esprime – seppur in modo evocativo – questa connessione tra specie.»
Saranno presentati lavori inediti di Marta Pierobon, Luigi Presicce, Lorenzo Scotto di Luzio, Filippo Tappi, opere recenti di Mark Dion, Valentina Furian, Claudia Losi, Marco Mazzoni, Dana Sherwood, Davide Rivalta, Emilio Vavarella e un’opera site specific di Bekhbaatar Enkhtur.
La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione edita da Danilo Montanari Editore e con un testo del professor Fabrizio Lollini dell’Università di Bologna. Il volume verrà presentato il 14 novembre.
La mostra è realizzata con il contributo di Molino Spadoni e Wall&decò.
L’immagine correlata della mostra e della pubblicazione è a cura di Wladimiro Bendandi (D+ studio).
L’ex convento di San Francesco è in via Cadorna 14 a Bagnacavallo.
L’ingresso è gratuito. Per l’accesso valgono le regole del Green Pass.
Orari di apertura: venerdì ore 17-21, sabato e domenica ore 10-12 e 15-18. Nei giorni della Festa di San Michele: 24, 27 e 28 settembre ore 18-24, 25 e 29 settembre ore 10-12 e 15-24, 26 settembre ore 10-24.
Durante il periodo della Festa di San Michele, Magma presenterà in collaborazione con il Comune una rassegna dedicata alla musica contemporanea, al viaggio interiore e al rituale. All’interno del chiostro dell’ex convento di San Francesco saranno proposti alcuni progetti di artisti simboli del panorama musicale contemporaneo italiano.
Il programma completo della Festa è disponibile sul sito www.festasanmichele.it
Per informazioni:
Fb e Instagram @festasanmichele
0545 280889
cultura@comune.bagnacavallo.ra.it
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