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Al via la nuova Stagione dei Teatri

Ermanna Montanari – Madre

RAVENNA. Tante novità per i trent’anni di Ravenna Teatro: due stagioni parallele grazie alle collaborazioni con E Production (Fèsta) e Teatro Socjale di Piangipane (Al Socjale), la nascita di Malagola-Scuola di vocalità e Centro studi sulla voce, Storie di Ravenna e nuovo sito internet.

Riparte La Stagione dei Teatri con un programma ambizioso ma necessario, che punta sulla qualità delle proposte con uno sguardo sempre più allargato. Non si trattasolo di una ripartenza, bensì di un vero e proprio rilancio, con la necessità di ripensare una direzione, di rimarcare l’importanza di prendersi dei rischi. In questi due anni abbiamo riflettuto profondamente sulla necessità dell’arte teatrale, abbiamo tenuto aperto il teatro agli artisti (non agli spettatori, purtroppo), ospitando la loro ricerca. Da questo periodo di riflessione è scaturita Malagola, l’invenzione della fondatrice del Teatro delle Albe Ermanna Montanari (con il suo sapiente percorso di ricerca vocale e musicale), uno spazio per la ricerca, lo studio e la creazione che rappresenta un nuovo segno indispensabile per il nostro futuro.

È proprio con la nascita di questo Centro studi sulla voce che indichiamo la direzione che il nostro teatro seguirà in questa stagione e in quelle a venire, e su cui abbiamo costruito il programma che andiamo a presentare.

Malagola significa continuare a ospitare a Ravenna artisti/artefici che continuino a fare ricerca, significa un sostare, un essere presenti “qui e ora” che ribadisce l’importanza dell’artista, un investire sulle cose nascoste, sulla profondità, sullo scavo.

Carlo Cecchi

Maestri come Mariangela Gualtieri, Meredith Monk, Moni Ovadia o Roberto Latini, (che vedremo nella Stagione di quest’anno) possono indicarci delle possibili traiettorie. Occorre scavare e arrivare ai nodi cruciali dell’arte teatrale, ed è da questo viaggio necessario – da sempre in dialogo incessante con l’Amministrazione comunale e la comunità degli spettatori – che Ravenna Teatro riapre e riparte.

Ampio sarà l’excursus dei protagonisti della Stagione tra le drammaturgie, dal confronto di Carlo Cecchi con Eduardo De Filippo alla rilettura di Primo Levi a opera di Valter Malosti, dall’affondo ottocentesco di Elena Bucci e Marco Sgrosso al Teatro dell’Assurdo di Ionesco portato in scena da Valerio Binasco, Federica Fracassi e Michele Di Mauro, fino all’attualità del Teatro dell’Elfo con il romanzo di Mark Haddon.

Riprendendo una modalità a noi cara, saranno le collaborazioni e a dettare il passo delle attività 2021-22 di Ravenna Teatro, come quella con Fèsta, curata insieme a E Production, che ribadisce l’importanza delle Artificerie Almagià quale spazio di arte e cultura. Poi con il Teatro Socjale di Piangipane (luogo ultracentenario legato indissolubilmente al mondo della cooperazione), che ha dato vita alla rassegna Al Socjale. Senza dimenticare il fondamentale rapporto con il fotografo veronese Enrico Fedrigoli, autore delle immagini che connotano quest’anno la comunicazione visiva della Stagione dei Teatri. Immagini potenti, di occhi osservatori, che ci inducono a guardarci, anzi a ri-guardarci, sempre alla ricerca di bellezza.

Quest’anno così particolare per tutti, è per noi ancora più simbolico: 1991-2021. Sono trent’anni di Ravenna Teatro. Trent’anni di stagioni, collaborazioni, creazioni, pensieri e trent’anni che abitiamo uno spazio fondamentale per la nostra città, il Teatro Rasi. In questo momento di trasformazioni, anche il Rasi sta cambiando il suo aspetto. Sono iniziati i lavori di riqualificazione del Rasi, che lo renderanno ancora più bello e accogliente, uno spazio profondamente trasformato nella fruizione della sala, resa più moderna e pronta alle diverse esigenze artistiche. I lavori saranno ultimati all’inizio del 2022.

Entrando nei dettagli della Stagione, quest’anno la formula di abbonamento prevede sette titoli fissi e uno a scelta tra una rosa molto ampia. Vi sono poi diverse altre proposte nella sezione dei titoli a scelta, per comporre il proprio percorso di visione e di incontro con i linguaggi della scena di oggi, fra tradizione e ricerca. La stagione dei teatri 2021-22 comprende, tra novembre e aprile quindici spettacoli tra abbonamento e titoli a scelta.

I sette spettacoli fissi comprendono MADRE, di e con Ermanna Montanari, Stefano Ricci e Daniele Roccato, su poemetto scenico di Marco Martinelli. È il dittico di un figlio e una madre contadina: lei è caduta in un pozzo, ma confessa di non avere paura, lui si dimena impotente per liberarla. Da quel paesaggio desolato si staglia l’allegoria di una Madre Terra sempre più avvelenata.

Cabaret Yiddish, di e con Moni Ovadia, in cui quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, ovvero il “suono dell’esilio” del popolo ebraico è al centro di un cabaret fatto di brani malinconici, canti sublimi, storielle che sono aforismi esilaranti.

Dolore sotto chiave / SIK SIK l’artefice magico, da Eduardo De Filippo, diretto e interpretato da Carlo Cecchi. Due piccoli gioielli dell’assurdo dal repertorio di Eduardo, interpretati magistralmente da uno dei più conturbanti attori del nostro tempo.

Se questo è un uomo, dall’opera di Primo Levi, di e con Valter Malosti, una riscrittura scenica che vede all’opera un nutrito ensemble di artisti d’eccezione e si concentra sulla voce di quella narrazione che più di ogni altra ha saputo raccontare Auschwitz.

Ottocento, progetto de Le Belle Bandiere di Elena Bucci e Marco Sgrosso. Idealismo, esistenzialismo, grandi romanzi europei, romanticismo; dagli echi di quel denso XIX secolo uno spettacolo che ne ripercorre i moti in lungo e in largo, spaziando dalle arti alla politica alla scienza fino ai grandi cambiamenti sociali.

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, tratto dal romanzo di Mark Haddon e portato in scena dal Teatro dell’Elfo. Pièce pluripremiata nel teatro inglese e newyorkese, la commedia segue le peripezie di Christopher, un quindicenne con la Sindrome di Asperger che decide di indagare sulla morte del cane della vicina.

Le sedie, di Eugène Ionesco, in un allestimento – diretto e interpretato Michele Di Mauro e Federica Fracassi (che per questo spettacolo ha vinto il Premio “Le Maschere del Teatro Italiano” 2021) del Teatro Stabile di Torino – che apre anche inattesi varchi di poesia nell’universo tagliente del Teatro dell’Assurdo, facendo vibrare una dolente nostalgia per l’umanità.

Moni Ovadia

Nella rosa tra cui poter indicare il titolo a scelta troviamo invece Boccascena. Ovvero sulle conseguenze dell’amor teatrale, della Compagnia Tiresia Banti, con César Brie. Un “gioco teatrale” nato durante il lockdown, quando un vecchio attore e un vecchio professore del teatro hanno deciso di dialogare per raccontarsi il loro eterno desiderio di vita, non senza ironia e disincanto.

Poi Pianura, di e con Marco Belpoliti e la regia di Marco Martinelli. A partire dal suo libro omonimo, Belpoliti conduce il pubblico teatrale in quel paesaggio di terra e di volti, di immaginazioni e di storie, tra nebbia, memoria, letteratura e orizzonti.

Ecco quindi In Exitu, dall’omonimo romanzo di Giovanni Testori, nell’adattamento, interpretazione e regia di Roberto Latini. Attore istrionico e carnale, Latini si cala nella lingua scottante di uno dei più grandi drammaturghi e poeti italiani del Novecento.

Le lacrime amare di Petra von Kant, di Rainer Werner Fassbinder, portato in scena da Nerval Teatro, al cui centro troviamo il rapporto complesso e claustrofobico tra la stilista Petra von Kant e la sua assistente Marlene. Una profonda analisi dell’universo femminile da cui lo stesso regista trasse nel 1972 il celebre film con Hanna Schygulla.

OUTIS. Viaggio per mare, di teatroINfolle, un compendio di storie sull’attraversamento del mare come metafora del percorso evolutivo, emblema di tutti i viaggi, a opera di un gruppo di giovani attori, danzatori e musicisti che, dopo alcune esperienze a fianco di maestri della scena, hanno deciso di intraprendere un percorso sperimentale autogestito.

ENIGMA. Requiem per Pinocchio, una partitura fatta di canto e suono dal vivo di Teatro Valdoca e Mariangela Gualtieri, con Silvia Calderoni, che fa pulsare domande emerse dalla favola e dal silenzio del mistero. Sentiremo parole che chiedono attenzione, parole morbide ma feroci, indispensabili.

Infine, Tutto Brucia, nuovo spettacolo di Motus, in cui ritroviamo protagonista Silvia Calderoni, ideato e diretto da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò. Dopo Antigone, Motus ha ripreso il proprio tragitto nel tragico con un’opera come Le troiane di Euripide, ambientata essenzialmente in un momento post – ovvero dopo una guerra, dopo la distruzione di un mondo – operazione che oggi si carica di abbacinante furore profetico.

MALAGOLA

Malagola è una scuola di vocalità e un centro studi sulla voce diretto da Ermanna Montanari con la vicedirezione di Enrico Pitozzi, studioso e docente dell’Università di Bologna. Il progetto – la cui radice profonda è nella ricerca artistica della fondatrice delle Albe – raccoglie, nella città di Ravenna, attività dal respiro internazionale tra loro intrecciate: la scuola, gli archivi d’arte e quelli audiovisivi della scena contemporanea, una collana editoriale dedicata, incontri, spettacoli e concerti che si articoleranno tra il Teatro Rasi, il Teatro Alighieri e Palazzo Malagola, che segna in modo indelebile questo inizio di percorso. Individuato insieme al Comune di Ravenna e alle sue istituzioni, Malagola è spazio di ricerca e pratiche vocali che, inoltre, eredita l’energia delle centinaia di cittadini che hanno dato vita, negli ultimi anni, all’esperienza del Cantiere Dante. L’identità visiva di Malagola è firmata dall’artista Stefano Ricci e la cura della comunicazione è del ricercatore dell’Ateneo di Catania Marco Sciotto.

AL SOCJALE

In collaborazione con Teatro Socjale di Piangipane, nello storico teatro andranno in scena otto spettacoli. Si parte con Mille anni o giù di lì, di Luigi Dadina/Teatro delle Albe (dal 28 settembre al 10 ottobre), che oltre a Dadina vedrà in scena anche il musicista Francesco Giampaoli e le immagini di Davide Reviati.

Poi La buona educazione (16 ottobre), della Piccola Compagnia Dammacco, per cui Serena Balivo si è aggiudicata nel 2017 il Premio Ubu nella categoria nuova attrice o performer.

L’attore-autore Oscar De Summa porta L’ultima eredità (23 ottobre), un monologo con cui compie un doppio viaggio, geografico ed emotivo.

Con Negri senza memoria. Bugie bianche capitolo secondo (30 ottobre) Alessandro Berti si concentra invece su un pezzo di storia specifico: il rapporto tra italoamericani e afroamericani, negli USA, tra fine ottocento e metà novecento.

I bolognesi Ateliersi arrivano a Piangipane con La mappa del cuore di Lea Melandri (6 novembre), incentrato su un fatto realmente accaduto che forse non tutti conoscono.

Attore sensibile, armonioso cantante, in Piccoli funerali (13 novembre) Maurizio Rippa dà vita a una partitura drammaturgica e musicale dedicata a coloro che ci hanno lasciato.

Marco Martinelli e il Teatro delle Albe saranno protagonisti il 30 novembre con Slot Machine, interpretato da Alessandro Argnani, che affronta la caduta abissale di un giocatore, il suo annegare nell’azzardo, dove ogni legame dell’esistenza viene sacrificato sull’altare del niente.

Infine, ecco le Anime Specchianti con Partita aperta. Il modo più sicuro di ottenere nulla da qualcosa (1 dicembre), altro lavoro che si confronta col nodo intricato del gioco d’azzardo, piaga sociale del nostro tempo. Le due serate vedranno il coinvolgimento di ESC – sportello per giocatori d’azzardo e familiari dei Comuni di Ravenna, Cervia e Russi.

FÈSTA

Fèsta, a cura di E Production e Ravenna Teatro, si svolgerà interamente alle Artificerie Almagià e consta di undici spettacoli. Partenza il 28 ottobre con Alessandro Berti, che presenta Black Dick bugie bianche capitolo primo, in cui ripercorre la storia dell’immagine del corpo del maschio nero nelle società bianche, in particolare negli USA.

Ecco poi Roberto Magnani/Teatro delle Albe con Siamo tutti cannibali. Sinfonia per l’abisso (1, 2, 3 novembre), nato da una personalissima selezione di brani tratti dal capolavoro letterario di Herman Melville Moby Dick.

Il 16 novembre Fanny & Alexander portano in scena OZ, di Chiara Lagani, spettacolo-game tratto dalle storie di Oz, universo caleidoscopico nel quale si muovono Dorothy e gli altri ragazzini dei racconti di Baum.

Tocca quindi ai Menoventi, in arrivo con Il defunto odiava i pettegolezzi (18 novembre), rielaborazione scenica dall’omonimo romanzo di Serena Vitale che crea un giallo fantastico sulle molteplici testimonianze sul mistero della morte di Majakovskij.

In collaborazione con il Transmissions Festival, il 22 e 23 novembre OvO e gruppo nanou propongono Canto Primo: MIASMA – ARSURA, che segna il connubio tra due singolari nuclei della scena artistica italiana in ambito danza contemporanea e musica punk-elettronica.

Elvira Frosini e Daniele Timpano dirigono e interpretano quindi Ottantanove (7 dicembre), che indaga le domande che continua a porci, oggi, la Rivoluzione francese.

Dal 17 al 20 dicembre tornano Fanny & Alexander con il nuovo Sylvie e Bruno, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Lewis Carroll, spettacolo che si muove, tra sogno e realtà, su due differenti piani narrativi che si intersecano senza che il pubblico se ne accorga.

Elio Germano (21, 22, 23 dicembre) sarà ospite dell’Almagià con un progetto molto particolare: Segnale d’allarme. La mia battaglia VR. È la trasposizione in Virtual Reality dello spettacolo La mia battaglia, a cui ogni spettatore assisterà tramite un visore VR.

Ancora Fanny & Alexander il 21 dicembre, questa volta con un loro grande classico, HIM, con un Marco Cavalcoli strabiliante, Cavalcoli che sarà in scena anche il 22 dicembre con il suo Santa Rita and the Spiders from Mars. Variazioni tra David Bowie e Paolo Poli.

Infine, il 23 dicembre, i Fanny & Alexander portano Se questo è Levi I Sommersi e i Salvati, che è valso il Premio UBU 2019 Miglior Attore o Performer Under 35 a Andrea Argentieri.

STORIE DI RAVENNA

Dopo un inverno di silenzi obbligati e dopo aver inaugurato la riapertura dei teatri, torna una nuova stagione di Storie di Ravenna, con nuove esplorazioni nella storia della città, nei suoi cori di voci dissonanti, nei suoi volti e monumenti, nei racconti sospesi e in quelli compiuti. Cinque appuntamenti per sondare il passato e trovare domande nuove per il presente, cinque carotaggi in profondità che ritraggono la città nei momenti in cui la storia è passata tra le sue strade. Si parte dalla città terra d’esilio per Dante Alighieri per poi ritrovarla, nei secoli a venire, travolta dalle acque delle alluvioni; si entrerà nelle proprietà dei nobili Rasponi al potere e si seguiranno le vicende di un altro nobile, lord Byron, in viaggio nel turbinio dell’Ottocento; l’ultimo canto sarà per il tramonto del ventesimo secolo nell’epopea tragica di Raoul Gardini. Allo storico Alessandro Luparini e allo storico dell’arte Giovanni Gardini s’uniranno le voci di studiosi di oggi e di ieri, le parole dei documenti, le tracce lasciate dalle pietre della città.

ABBONAMENTI da martedì 5 ottobre a giovedì 18 novembre

La stagione dei teatri è sul nuovo sito web ravennateatro.com

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BIGLIETTERIE

Teatro Alighieri, via Mariani 2 Ravenna, tel. 0544 249244,

aperta tutti i feriali dalle 10.00 alle 13.00, il giovedì anche dalle 16.00 alle 18.00.

Teatro Rasi, via di Roma 39 Ravenna, tel. 0544 30227 aperta giovedì dalle 16.00 alle 18.00.

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