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L’economia di Draghi e la lezione di La Malfa

Post su Facebook di Renato Lelli

CESENA. Nella sua pagina Facebook Renato Lelli ha pubblicato un estratto dell’intervento fatto alla Camera da Mario Draghi il 10 novembre scorso. Al di là del riferimento a Ugo La Malfa, è interessante notare che siamo di fronte a un trattato di politica economica. Una strada nella quale Draghi pare credere, ma il discorso non sembra valere per tutta la politica italiana. Ci sono forze che, legittimamente, hanno una visione diversa. È su questo, nell’ immediato futuro, che si dovrebbe articolare il confronto. Questo lo stralcio dell’intervento.

In politica estera Ugo La Malfa agì da convinto atlantista ed europeista. Nel dopoguerra è stato uno dei padri del miracolo economico. Ministro del Commercio Estero nel Governo De Gasperi, ha guidato la liberalizzazione degli scambi.

Nel 1951, abbassò i dazi del 10% e aprì le frontiere al libero commercio, a fronte di accuse di voler distruggere l’economia italiana e di esporre l’industria alla concorrenza sregolata. A motivarlo era la convinzione che fosse necessario stimolare l’economia del Paese con la concorrenza, soprattutto al Sud. Puntare – come ebbe modo di dire – sulla “capacità nazionale di andare sui mercati”, sull’iniziativa e sullo spirito imprenditoriale degli italiani.

Con audacia e senza complessi di inferiorità. La storia gli ha dato ragione. Le esportazioni dall’Italia aumentarono rapidamente per tutti gli anni ‘50 e il deficit commerciale in rapporto ai volumi totali di scambio diminuì.

Grazie a La Malfa, l’Italia divenne un modello per l’Europa.

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