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Il Cesenate territorio con redditi bassi

L'analisi di Marcello Borghetti (Uil)

CESENA. Dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi del 2020 (anno di imposta 2019), su oltre 156 mila contribuenti, il 19,3% di (oltre 30 mila), sono i cosiddetti incapienti, cioè coloro che hanno un reddito esente IRPEF, in quanto dichiarano se lavoratori dipendenti al di sotto di 8.174 euro lordi annui, se pensionati meno degli 8.125 euro e, se autonomi al di sotto dei 4.800 euro lordi annui.

Il 93,6% del totale dei contribuenti, nel comprensorio di Cesena dichiara un reddito derivante da lavoro dipendente e pensione.

Nello specifico, il 58,1% (quasi 91 mila contribuenti), dichiarano un reddito prevalente da lavoro dipendente; il 35,5% del totale (oltre 55 mila contribuenti), un reddito prevalente da pensione; l’1% (1.555 contribuenti) un reddito prevalente da lavoro autonomo e professionale; il 3,5% (5.398 contribuenti), un reddito prevalente da lavoro imprenditoriale (ditte individuali); il 2% del totale (3.098 contribuenti), dichiarano un reddito prevalente da rendite finanziarie ed immobiliari. 

L’imponibile medio pro capite dichiarato nel comprensorio di Cesena è di 20.021 euro lordi, in aumento dell’1% rispetto l’anno precedente (190 euro lordi pro capite).

Nello specifico, i lavoratori e le lavoratrici dipendenti dichiarano un reddito medio di 19.851 euro, i pensionati di 16.837 euro, i contribuenti con reddito da lavoro autonomo 54.001 euro, il reddito medio dichiarato dalle ditte individuali (reddito imprenditoriale), è di 22.754 euro, i contribuenti che vivono con redditi provenienti da rendite finanziarie e immobiliari dichiarano un reddito medio di 16.611 euro pro capite.

I “paperoni”, ovvero i contribuenti con i redditi medi più alti risiedono a Cesena con 21.806 euro pro capite; segue Longiano con 19.476 euro; Savignano sul Rubicone con 19.435.

I redditi più bassi, ovvero i “paperini”, sono dichiarati a Borghi con 16.743 euro pro capite; a Verghereto con 16.761; a Sogliano al Rubicone con17.188. Il 75,4% (oltre 119 mila contribuenti) dichiara un reddito non superiore ai 26 mila euro, mentre soltanto lo 0,7% dei contribuenti (1.075), al di sopra dei 120 mila euro.

Nello specifico il 38,8% (oltre 60 mila contribuenti), deìnunciano fino a 15 mila euro, il 36,6% (oltre 57 mila contribuenti), tra i 15 mila e i 26 mila euro, il 20,7% (2.999 contribuenti), sono concentrati nella fascia compresa tra i 26 mila e i 55 mila euro, l’1,9% (2.177 contribuenti), dichiarano tra i 55 mila e i 75 mila euro. 

Marcello Borghetti

Questa l’analisi di Marcello Borghetti, segretario Uil: “Dallo studio sulle dichiarazioni dei redditi del territorio cesenate, i piccolissimi scostamenti, rispetto all’anno precedente non incidono in una realtà contrassegnata da bassi redditi. Il 75,4% (oltre 119 mila contribuenti su 156mila) dichiara non più 26 mila euro, con inclusi oltre 30 mila incapienti.  L’imponibile medio pro capite dichiarato nel comprensorio di Cesena è di 20.021 euro lordi. Una realtà dove il 58,1% (quasi 91 mila contribuenti), dichiarano un reddito prevalente da lavoro dipendente e il 35,5% del totale (oltre 55 mila contribuenti), dichiarano un reddito prevalente da pensione. Una situazione contrassegnata da una diffusa stagionalità, da una bassa propensione alla piena valorizzazione della contrattazione integrativa, da una diffusa precarietà, con lavoro sommerso ed evasione fiscale. Sono sempre più forti i segnali di un impoverimento dei cittadini che spesso scivolano verso la soglia di povertà relativa e assoluta. Una situazione che ancora scontava la crisi del 2008, e che ha avuto lo “schiaffo” terribile della pandemia in atto, i cui effetti, non sono ancora misurabili in questo studio. Strategica sarà una visione di sviluppo ambiziosa, attraverso il pieno utilizzo delle risorse del PNRR. Indispensabile affermarsi sulle innovazione, attraendo investimenti, rilanciando occupazione e lavoro di qualità. Fondamentale un raccordo più efficace del sistema produttivo con il mondo della formazione e della scuola, per favorire una equa inclusione e remunerazione di donne e giovani. Da affrontare inoltre il tema dell’invecchiamento e del finanziamento dei vecchi e nuovi bisogni sociali, che rischia di diventare esplosivo. A giudizio della Uil di Cesena, infine, risulta del tutto evidente l’iniquità della riforma Irpef del Governo Draghi, che andrà a vantaggio di coloro che già godono di redditi di gran lunga superiori alla media, scelta ancora più penalizzante per un territorio cesenate con bassi redditi. Inoltre manca una minima azione di contrasto allo scandalo dell’evasione fiscale. Per una efficace azione redistributiva, sia in termini di equità sociale sia in termini di rilancio dei consumi, a parere della Uil, le risorse per il taglio delle tasse, devono essere tutte indirizzate all’aumento delle detrazioni per lavoratori dipendenti e pensionati. Su queste basi si muove anche il documento sindacale e la mobilitazione, con le richieste al Governo, per rilanciare sviluppo, occupazione, redditi e restituire una prospettiva di fiducia nel futuro ai cittadini”.

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