Ce ne è un grande bisogno
CESENA. Quali parole preferire per il 2022? All’inizio del nuovo anno è abitudine consolidata aprire il libro dei desideri e augurarsi che succedano una serie di cose facendo anche una classifica dei desiderata. Tradurlo in un articolo non è una novità. Ma la spinta decisiva mi è arrivata dopo l’iniziativa della versione online del Corriere Romagna e che vede coinvolti due firme sopraffine. Nella pagina cesenate Gian Paolo Castagnoli, intervistato da Fabio Benaglia, ha messo in fila quelle che per lui sono le tre parole chiave per la Cesena del 2022: l’ospedale, la scuola e gli ultimi.
Ed è proprio ascoltando l’audio che mi sono chiesto quali sono le mie parole chiave per l’anno appena iniziato. E’ stato un esercizio divertente ed anche sufficientemente lungo. Ne sono venute fuori tante. Sembrava che fosse impossibile stilare una classifica. Ma, poi, concentrandosi, la scelta è stata più facile del previsto ed è caduta su pragmatismo. Non nell’accezione della corrente filosofica, bensì in quella del comportamento. Ovvero, un atteggiamento improntato a una visione realistica e pratica, finalizzato a ottenere risultati concreti.
L’impressione è che, nella maggior parte dei casi, il pragmatismo cresca in maniera direttamente proporzionale con il passare degli anni. Da giovani si è molto più sognatori, ma con il passare degli anni i voli pindarici lasciano il posto a quella concretezza che è figlia del pragmatismo, comportamento al quale dovrebbero adeguarsi anche i politici che però non sempre succede, soprattutto in momento in cui prevale il populismo che non è proprio in linea con una visione realistica e pratica. Quella pragmatica servirebbe sempre, ma soprattutto in questo particolare momento storico in cui all’Italia servono atti concreti per dare continuità alla ripresa economica. Purtroppo, invece, l’obiettivo principale resta quello di mettere in secondo piano l’interesse nazionale privilegiando quello di partito. Quello che è successo soprattutto nell’ultima finanziaria nella compilazione della quale l’hanno fatta da padrona le tensioni per la volontà dei singoli schieramenti di difendere le rendite di posizione col risultato che ne è nato un documento al di sotto delle aspettative.
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