Su energia e microchip ci sono stati troppi temporeggiamenti, a tutti i livelli
CESENA. Non sono grillino e non lo sarò mai, se non altro perché non metto a rischio il lavoro di nessuno per difendere uno slogan. Però ogni tanto mi prude il vaffa. Perché quando ce vo ce vo. E adesso ce vo. O, quanto meno, ci vorrebbe. E i destinatari dovrebbero essere i politici. Non tutti, ma buona parte. E’ vero: sarebbe come sparare sulla croce rossa, ma questa volta l’hanno fatta davvero grossa.
In questo periodo ci sono due emergenze. La principale riguarda i costi dell’energia che stanno minando il sistema produttivo e i risparmi delle famiglie. Ma il sistema produttivo (in particolare quello dell’auto) deve fare i conti con la scarsa disponibilità di microchip. Non sono notizie nuove. Se ne parlava già dalla scorsa primavera. A farlo non erano quattro amici, ma “Il Sole 24ore”, ovvero il quotidiano economico più venduto in Italia. Quindi chi ha o deve avere competenze non può di non essere informato. Ma cosa ha fatto? Poco o niente. Il riferimento è ai politici che hanno la colpa di aver pensato solo ad affrontare l’emergenza con interventi tampone e senza mettere in campo una strategia per risolvere il problema.
E’ chiaro, per risolvere l’emergenza servono interventi straordinari. Ma devono essere affiancati a quelli strutturali perché l’emergenza potrà passare, ma potrebbe tornare. Soprattutto per quanto riguarda l’energia. Sui microchip c’è un piano di 50 miliardi dell’Unione Europea che però già in passato aveva previsto un intervento rimasto sulla carta, per la verità.
Per l’energia invece tutto è legato alle tensioni geopolitiche. Per evitare problemi servono interventi strutturali a tutti i livelli. Ma nonostante l’sos sia partito da quasi un anno non è stato fatto niente per cercare di impostare interventi che vadano nella direzione di un’inversione di tendenza. Significativi sono i dati che fornisce Lorenzo Zammarchi (Cesena 2024): nel 2020 il nostro Paese ha registrato una quota di importazioni energetiche nette pari al 73.4% del fabbisogno nazionale, e a gennaio 2021 le energie rinnovabili coprivano il 32%. Due dati che identificano quanto sia importante strutturare percorsi che permettano di giungere rapidamente ad una maggiore autonomia energetica, in modo economicamente sostenibile e sempre più basata sulle fonti rinnovabili.
“Sicuramente – aggiunge Zammarchi – tale programmazione passa da importanti investimenti strategici, ed è proprio questo il momento storico in cui c’è possibilità di poter attingere a risorse economiche straordinarie. Per questo Cesena 2024 chiede al sindaco Lattuca, ai sindaci del territorio, ai consiglieri regionali e ai parlamentari locali di farsi portavoce della necessità di riadeguare la politica energetica nazionale ponendo soluzioni in grado di dare benefici sul breve e sul medio termine”.
In questa direzione va anche l’appello di Lia Montalti, consigliere regionale: “Questa mattina, durante una visita istituzionale a Genova, il primo ministro Mario Draghi ha annunciato un intervento di ampia portata del Governo a favore di famiglie e imprese. Un provvedimento necessario ma non sufficiente. Servirebbe infatti, da un lato, anche un intervento europeo per calmierare i costi delle forniture dell’energia e, dall’altro lato, un intervento strutturale a livello nazionale che guardi al lungo periodo. Dobbiamo ragionare fin da subito ad un vero e proprio piano nazionale che punti a una maggiore autonomia energetica del nostro Paese. Non c’è più tempo da perdere”.
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