Il leader russo gioca senza scupoli la partita decisiva per cercare di mettere in atto il suo disegno
CESENA. Nazionalista, imperialista, pericoloso, pokerista, ma non pazzo. Putin non è animato da una lucida follia, bensì da una pericolosa politica espansionistica iniziata nell’agosto del 2008 con la guerra in Georgia. Il disegno è arrivare a ricomporre tutta o quasi la vecchia Urss. E da questo disegno non poteva certo mancare l’Ucraina che aveva già tentato di controllare e che è molto di più del granaio del mondo. Dell’ex Unione Sovietica è forse il territorio strategicamente più importante. Ha ricchi giacimenti di materie prime come carbone, minerale di ferro, gas, petrolio, argilla. L’industria pesante (siderurgia, metallurgia, chimica) attinge agli importanti giacimenti locali di minerali di ferro e ai depositi di carbone. Nel 2012 è salita al nono posto tra 62 paesi produttori d’acciaio ed è tra i primi dieci paesi produttori ed esportatori di metalli. All’Ucraina appartiene il record nella produzione del carbone all’interno dell’Europa ed è il quarto paese europeo per riserve di gas e petrolio. Ha ingenti risorse di caolino, argille plastiche e refrattarie, che costituivano circa il 70% delle riserve dell’ex Unione Sovietica. Inoltre è presente l’unico deposito europeo di sabbie minerali, da cui si estrae zircone, il ché fa dell’Ucraina il sesto produttore mondiale. Inoltre ha i più grandi giacimenti di uranio d’Europa. Figuriamoci se Putin nel suo disegno espansionistico pensa di rinunciare a tutto questo.
Per quello ha programmato un’invasione iniziata subito dopo che sono terminate le olimpiadi invernali di Pechino. E questo è difficile che sia una caso. Nello contempo è facile immaginare che Putin avesse messo in conto che ci sarebbe stata una reazione da parte dell’occidente. E qui è entrato in campo il pokerista. Ha scommesso sul fatto che soprattutto l’Europa non avrebbe potuto spingere più di tanto sulle sanzioni. Non a caso un pò tutti frenano sull’ipotesi di cancellare Mosca dal circuito dello Switf, escludere le banche russe dal circuito mondiale delle transazioni internazionali.
Tutti gli analisti concordano sul fatto che non se lo può permettere soprattutto l’Ue della quale la Russia è il quinto partner commerciale, mentre per gli Usa è “solo” il trentesimo. Putin lo sa e qui è entrato in campo il pokerista senza scrupoli. Quello che parte dal presupposto che non ha niente da perdere e quindi ragiona in modo cinico e spietato e che arriva anche a far capire di essere pronto ad applicare un moto di origine biblica: muoia Sansone e tutti i filistei. Il tutto perché è una delle pochissime carte che ha in mano e quindi ha poco da perdere.
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