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Carlo Battistini è la scelta giusta

Per guidare la Camera di Commercio in un momento delicato

CESENA. Sarà Carlo Battistini il nuovo presidente della Camera di Commercio. Scelta non unanime. Hanno detto no la Confcommercio di Forlì e Cesena perché quella dell’ex vicesindaco di Cesena è ritenuta una scelta politica, mentre gli accordi prevedevano che fosse di un rappresentante della piccola impresa. Quello che meraviglia è soprattutto il no della Confcommercio di Cesena della quale Carlo Battistini fu direttore, elemento che, fra l’altro, che fa di lui anche un conoscitore del mondo della piccola impresa.

Per il resto, comunque, Carlo Battistini ha le caratteristiche  necessarie per guidare l’ente. Così come le avevano i predecessori: il compianto Sergio Mazzi e Alberto Zambianchi. Il presidente della Camera di Commercio deve essere un moderato, conoscere il mondo delle imprese, saper far di conto, ma, soprattutto, essere distante da posizioni populiste. L’esperienza di questi ultimi anni insegna che quest’ultima è una caratteristica che non è bene che appartenga a chi occupa posizioni di governo. 

Invece Battistini ha quel buon senso del quale c’è sempre bisogno, soprattutto in un momento difficile come questo che per il mondo produttivo è forse il più difficile in assoluto. E’ la terza grande crisi dopo quella del 2008 e il Covid che avevano fiaccato il sistema. Fra l’altro arriva quando si cominciava a respirare aria di ripresa. Un momento così delicato però deve essere affrontato con pacatezza e idee chiare. È necessaria una visione di area vasta per superare quei campanilismi che spesso sono stati una palla al piede per una Romagna che ha dato il meglio di sé proprio quando ha saputo fare sistema: università, sanità e ambiente. 

Serve creare quel sistema Romagna che la politica ha costruito solo a spizzichi e bocconi e che nell’ente camerale può trovare quella cabina di regia che in diversi hanno cercato di fare senza riuscirci. Senza dimenticare che il mondo produttivo deve affrontare altre due emergenze: la mancanza di manodopera qualificata e il fenomeno dell’abbandono del posto fisso. 

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